AUTORE:
Diego del Corral
ANNO ACCADEMICO: 2019
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą Cattolica del Sacro Cuore di Milano
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
L’elaborato si propone di affrontare scientificamente le prospettive del medio-grande credito popolare italiano, quale pilastro del sistema bancario italiano interessato dalla riforma di cui alla L. 33/2015, di conversione del D.L. n. 3/2015. Nel primo capitolo, diviso idealmente in due sezioni, vengono fornite le attuali coordinate normative che regolano l’esistenza e l’operatività delle banche popolari, offrendosi anche un approfondito excursus sulle recenti vicende giudiziarie che hanno accompagnato l’attuazione della riforma de qua nelle sedi italiana, dinanzi al Giudice delle Leggi, e comunitaria, dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Chiude la prima parte dell’elaborato un giudizio di sintesi sulla qualità della legislazione di riforma. Nel secondo capitolo, il lavoro di ricerca si concentra sui profili sia giuridici sia economici coinvolti nello studio della governance bancaria. Da una breve panoramica sulla marcata interrelazione tra governance bancaria e disciplina bancaria prudenziale europea, dall’osservazione della quale si conclude per la specialità di tale disciplina quale forma di risk governance, si procede alla disamina dei tratti differenziali del governo societario delle banche popolari – specie di quelle significant – rispetto alle banche tradizionali. È data occasione di discutere delle principali correnti di pensiero che caratterizzano la letteratura italiana e statunitense, in materia di corporate governance: la digressione coinvolge i temi classici dei problemi di agency, della contendibilità e della democrazia azionaria. Viene quindi fornito il risultato di uno studio condotto sui risultati economici e sulle performance finanziarie, anche lato sensu borsistiche, delle ultime due grandi popolari italiane: Banca Popolare di Sondrio, modello virtuoso di banca del territorio e delle persone; e Banca Popolare di Bari, esempio di mala gestio che il contesto del credito popolare può favorire. Nel terzo e ultimo capitolo, si indaga su profili ulteriori rispetto a quelli squisitamente economico-finanziari dell’attività bancaria. In particolare, si cerca di far emergere il valore aggiunto che ha la c.d. biodiversità bancaria, intesa nei termini di un sistema bancario pluralista e inclusivo, nel quale ciascuno dei protagonisti è chiamato a cogliere la sfida della sostenibilità. Segnatamente, si descrive l’esperienza esemplare di Banca Popolare Etica, quale ente creditizio dai solidi coefficienti patrimoniali e di rischio, non necessariamente legato a un determinato territorio, eppure profondamente impegnato nella realizzazione delle istanze di sostenibilità del business, trasparenza e prossimità. Questa sezione dell’elaborato si fonda principalmente sui contributi apportati dalla letteratura straniera, europea e statunitense, sui vantaggi della cooperazione bancaria in termini di sostenibilità del business e positivo impatto sulla stabilità e la coesione del mercato. La conclusione che si trae dalla lettura della tesi è che il legislatore italiano abbia adottato una legislazione di riforma eccessivamente tranchant, non coerente con i reali bisogni del sistema bancario italiano, in quanto sacrificante il pluralismo e la varietà dell’offerta alla clientela e, al contempo, non risolutiva dei reali problemi del mercato bancario del Paese.