AUTORE:
Giulia Merulla
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Master
ATENEO: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
FACOLTÀ: Master II Livello in Criminologia Clinica e Scienze Forensi
ABSTRACT
Lo scopo del presente elaborato è quello di mettere in luce le caratteristiche essenziali dello psichismo mafioso, tenuto conto delle peculiarità proprie del tipo delinquenziale costituito dall’affiliato. Invero, a parere della scrivente, la devianza mafiosa presenta connotati suoi propri: il mafioso potrebbe considerarsi un delinquente-tipo criminologicamente autonomo rispetto agli altri archetipi criminali conosciuti. Questo, come meglio si dirà nell'elaborato, presenta tratti del tutto sui generis, quali l’assenza di un "Io", il totale annichilimento di qualsivoglia forma, anche embrionale, di individualità, a favore, invece, di un “Noi-mafioso”; il mafioso è Cosa Nostra; non pensa, non agisce, non prova per sé, ma pensa, agisce e prova ciò che la famiglia gli impone.
Nella comprensione della psiche mafiosa acquisisce, dunque, un ruolo di primaria rilevanza la famiglia mafiosa, generatrice dei draconiani codici etico-morali, deontologico-normativi e comportamentali adottati poi dal mafioso: la famiglia è una radice, dalla quale si forgia il robot mafioso; un vero e proprio replicante, concepito come una “non-persona”, a cui si richiede di agire al solo scopo di preservare il potere della famiglia e, al contempo, la sua esistenza nel mondo non mafioso.
Il mafioso presenta, solitamente, una psicopatologia che si risolve nel riconoscimento della sociopatia o, comunque, di meri tratti antisociali; da escludere, invece, sono la psicopatia ed il disturbo di personalità antisociale, come comprovato, nella lettura scientifica, da numerosi studi; sebbene, tutt’oggi, siano in corso d’opera diverse ricerche, i cui risultati potrebbero aiutare ulteriormente l’indagine sulla psiche del delinquente mafioso.
Nella comprensione della psiche mafiosa acquisisce, dunque, un ruolo di primaria rilevanza la famiglia mafiosa, generatrice dei draconiani codici etico-morali, deontologico-normativi e comportamentali adottati poi dal mafioso: la famiglia è una radice, dalla quale si forgia il robot mafioso; un vero e proprio replicante, concepito come una “non-persona”, a cui si richiede di agire al solo scopo di preservare il potere della famiglia e, al contempo, la sua esistenza nel mondo non mafioso.
Il mafioso presenta, solitamente, una psicopatologia che si risolve nel riconoscimento della sociopatia o, comunque, di meri tratti antisociali; da escludere, invece, sono la psicopatia ed il disturbo di personalità antisociale, come comprovato, nella lettura scientifica, da numerosi studi; sebbene, tutt’oggi, siano in corso d’opera diverse ricerche, i cui risultati potrebbero aiutare ulteriormente l’indagine sulla psiche del delinquente mafioso.