AUTORE:
Mario Antonangeli
ANNO ACCADEMICO: 2015
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Roma La Sapienza
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il dolo eventuale costituisce sicuramente una delle categorie più controverse dell’attuale diritto penale, e la ragione di ciò si spiega facilmente. Si tratta infatti di far derivare conseguenze penali significativamente molto differenti, a fronte della diversità di un comportamento sottile e sfumata: l’atteggiamento di chi, figuratosi la possibilità di realizzare un reato, prosegue nel proprio agire, accettando il rischio di tale evenienza, confrontato con quello di chi, ugualmente conscio del rischio, agisce pure, ma senza aderire a tale prospettiva. Il primo comportamento individuerebbe il dolo eventuale, l’altro, la colpa cosciente. I problemi di interpretazione di queste figure e del loro rapporto, tutti incentrati sulla diversità di atteggiamento psicologico interna alla psiche dell’agente, e dunque insuscettibile di percezione diretta, hanno indotto più di qualche autore a suggerire la riformulazione o anche l’eliminazione del dolo eventuale dal panorama dell’elemento soggettivo del reato. Scopo di questa ricerca è quello di verificare se è possibile enucleare una chiave di lettura di questa categoria che ne consenta il recupero funzionale, soprattutto in fase di verificazione empirica e cioè del suo accertamento, mediante l’individuazione di un confine “sicuro” con la colpa cosciente o con previsione, il che consentirebbe il recupero alla scienza penalistica di due strumenti concettuali “di precisione”; capaci di cogliere la sì sottile, ma essenziale, differenza di atteggiamento che vale a colorare il fatto di ben altro significato in uno o nell’altro caso.