AUTORE:
Isabela Passiatore
ANNO ACCADEMICO: 2023
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Università degli Studi di Torino
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
In questo elaborato viene trattato il tema delle informazioni al consumatore di alimenti e, più in particolare, di come la normativa italiana sull’indicazione dell’origine degli alimenti si rapporti con la normativa europea.
La regolamentazione della materia, ossia l’etichettatura degli alimenti destinati al consumatore finale, è affidata al legislatore europeo e, nello specifico, al Regolamento (UE) n. 1169/2011, il quale rappresenta la base giuridica fondamentale del tema in questione. L’informazione sugli alimenti è una tematica che assume particolare rilevanza agli occhi dei consumatori; essi, infatti, richiedono una sempre maggiore chiarezza e trasparenza nelle etichette dei prodotti che acquistano.
La principale preoccupazione dell’Unione europea, in passato, era garantire la libera circolazione delle merci. Al contrario, nelle normative di stampo moderno, vengono messi in luce ulteriori e differenti obiettivi, dettati anche dalla nuova consapevolezza della correlazione tra alimentazione e salute. Tra questi obiettivi, c’è l’attenzione al consumatore in quanto individuo che deve essere messo in grado di effettuare delle scelte consapevoli di acquisto e di utilizzare gli alimenti in modo sicuro, anche nel rispetto di considerazioni economiche, sanitarie, ambientali, sociali ed etiche, che il Regolamento (UE) n. 1169/2011 esplica negli articoli introduttivi. L’agevolazione del consumatore nell’effettuare una scelta consapevole di acquisto passa anche attraverso l’elenco delle informazioni obbligatorie da fornire; in particolare, l’indicazione dell’origine o provenienza di un alimento è una tematica notevolmente sentita, poiché i consumatori danno molta rilevanza alla nazionalità del prodotto che acquistano.
In tale contesto, emergono i criteri e le criticità dell’individuazione del Paese di origine o luogo di provenienza di un alimento.
In questo senso, è necessario fare chiarezza, poiché anche i singoli Stati membri hanno interesse a regolamentare, dove è possibile, la materia.
In particolare, si rivela fondamentale disciplinare l’origine di alcuni alimenti specifici, per fornire maggiore trasparenza, tutelare la salute pubblica o i consumatori, ma anche per mettere in risalto il prodotto di origine nazionale.
All’interno del primo capitolo di questo elaborato si tratterà del Regolamento (UE) n. 1169/2011, con particolare riferimento alle sue finalità, agli obiettivi e ai principi generali, per poi approfondire l’elenco delle informazioni obbligatorie e volontarie, ponendo l’attenzione sull’informazione dell’origine o provenienza dell’alimento. Infine, si esamineranno le modalità con cui gli Stati membri possono introdurre ulteriori disposizioni obbligatorie sull’informazione degli alimenti ai consumatori.
Nel capitolo secondo, si analizzerà l’ingrediente primario, la sua definizione e la sua regolamentazione attraverso il Regolamento (UE) n. 775/2018; quest’ultimo è un regolamento di esecuzione dell’art. 26 del Regolamento (UE) n. 1169/2011 e, tra i casi di obbligatorietà dell’indicazione dell’origine o provenienza di un alimento, prevede la circostanza che l’origine o provenienza di un ingrediente primario sia diversa dall’origine o provenienza dell’alimento nel suo complesso. Infine, si delineeranno le modalità di dichiarazione dell’origine dell’ingrediente primario.
Nel terzo ed ultimo capitolo si approfondiranno i decreti nazionali sull’indicazione dell’origine per specifici alimenti.
Infatti, alcuni Stati membri, in primis la Francia e l’Italia, sulla base degli spiragli lasciati dal Regolamento (UE) n. 1169/2011, hanno adottato i loro decreti ministeriali che impongono in etichetta l’indicazione dell’origine per alcuni alimenti.
In Italia, queste normative interessano la pasta secca, il riso, il pomodoro e i suoi derivati, le carni suine trasformate e, infine, il latte e i prodotti-lattiero caseari. Si affronterà in modo particolare quest’ultima categoria di alimenti, la quale rappresenta anche la storia famigliare dell’autrice di questo elaborato. Infine, si analizzerà un caso deciso di recente dalla Corte di giustizia europea, dove una società di un gruppo francese di latticini ha chiesto al Consiglio di stato l’annullamento del decreto nazionale sull’obbligatorietà dell’indicazione dell’origine del latte e dei suoi derivati.
La regolamentazione della materia, ossia l’etichettatura degli alimenti destinati al consumatore finale, è affidata al legislatore europeo e, nello specifico, al Regolamento (UE) n. 1169/2011, il quale rappresenta la base giuridica fondamentale del tema in questione. L’informazione sugli alimenti è una tematica che assume particolare rilevanza agli occhi dei consumatori; essi, infatti, richiedono una sempre maggiore chiarezza e trasparenza nelle etichette dei prodotti che acquistano.
La principale preoccupazione dell’Unione europea, in passato, era garantire la libera circolazione delle merci. Al contrario, nelle normative di stampo moderno, vengono messi in luce ulteriori e differenti obiettivi, dettati anche dalla nuova consapevolezza della correlazione tra alimentazione e salute. Tra questi obiettivi, c’è l’attenzione al consumatore in quanto individuo che deve essere messo in grado di effettuare delle scelte consapevoli di acquisto e di utilizzare gli alimenti in modo sicuro, anche nel rispetto di considerazioni economiche, sanitarie, ambientali, sociali ed etiche, che il Regolamento (UE) n. 1169/2011 esplica negli articoli introduttivi. L’agevolazione del consumatore nell’effettuare una scelta consapevole di acquisto passa anche attraverso l’elenco delle informazioni obbligatorie da fornire; in particolare, l’indicazione dell’origine o provenienza di un alimento è una tematica notevolmente sentita, poiché i consumatori danno molta rilevanza alla nazionalità del prodotto che acquistano.
In tale contesto, emergono i criteri e le criticità dell’individuazione del Paese di origine o luogo di provenienza di un alimento.
In questo senso, è necessario fare chiarezza, poiché anche i singoli Stati membri hanno interesse a regolamentare, dove è possibile, la materia.
In particolare, si rivela fondamentale disciplinare l’origine di alcuni alimenti specifici, per fornire maggiore trasparenza, tutelare la salute pubblica o i consumatori, ma anche per mettere in risalto il prodotto di origine nazionale.
All’interno del primo capitolo di questo elaborato si tratterà del Regolamento (UE) n. 1169/2011, con particolare riferimento alle sue finalità, agli obiettivi e ai principi generali, per poi approfondire l’elenco delle informazioni obbligatorie e volontarie, ponendo l’attenzione sull’informazione dell’origine o provenienza dell’alimento. Infine, si esamineranno le modalità con cui gli Stati membri possono introdurre ulteriori disposizioni obbligatorie sull’informazione degli alimenti ai consumatori.
Nel capitolo secondo, si analizzerà l’ingrediente primario, la sua definizione e la sua regolamentazione attraverso il Regolamento (UE) n. 775/2018; quest’ultimo è un regolamento di esecuzione dell’art. 26 del Regolamento (UE) n. 1169/2011 e, tra i casi di obbligatorietà dell’indicazione dell’origine o provenienza di un alimento, prevede la circostanza che l’origine o provenienza di un ingrediente primario sia diversa dall’origine o provenienza dell’alimento nel suo complesso. Infine, si delineeranno le modalità di dichiarazione dell’origine dell’ingrediente primario.
Nel terzo ed ultimo capitolo si approfondiranno i decreti nazionali sull’indicazione dell’origine per specifici alimenti.
Infatti, alcuni Stati membri, in primis la Francia e l’Italia, sulla base degli spiragli lasciati dal Regolamento (UE) n. 1169/2011, hanno adottato i loro decreti ministeriali che impongono in etichetta l’indicazione dell’origine per alcuni alimenti.
In Italia, queste normative interessano la pasta secca, il riso, il pomodoro e i suoi derivati, le carni suine trasformate e, infine, il latte e i prodotti-lattiero caseari. Si affronterà in modo particolare quest’ultima categoria di alimenti, la quale rappresenta anche la storia famigliare dell’autrice di questo elaborato. Infine, si analizzerà un caso deciso di recente dalla Corte di giustizia europea, dove una società di un gruppo francese di latticini ha chiesto al Consiglio di stato l’annullamento del decreto nazionale sull’obbligatorietà dell’indicazione dell’origine del latte e dei suoi derivati.