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Diritto amministrativo -

L'Intelligenza Artificiale al servizio della Pubblica Amministrazione. Case Study: l'IA per i Concorsi Pubblici

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AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Master
ATENEO: Universitą degli Studi Ca' Foscari di Venezia
FACOLTÀ: Master di II livello in PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
ABSTRACT
L’elaborato ha come obiettivo quello di analizzare l’utilizzo delle tecnologie di IA nell’ambito della Pubblica Amministrazione italiana, con particolare riferimento agli algoritmi utilizzati durante le selezioni pubbliche. Ma prima di entrare nello specifico tema dell’IA, sarà necessario parlare di Amministrazione Digitale: di quanto è stato fatto e di quanto ancora si deve fare per un completo e definitivo passaggio al digitale. La strada in questo senso è stata avviata, soprattutto con l'importantissimo apporto del Codice dell'amministrazione digitale, ma, come si vedrà più avanti, è ancora lunga e tortuosa. Un’accelerazione, tuttavia, è stata riscontrata nel 2020, alla luce dello scenario che si è dovuto affrontare a seguito della pandemia da Covid-19, in cui, tanto le aziende, quanto le Amministrazioni sono state costrette ad accelerare i processi di digitalizzazione del back-end (incentivando lo smart working) e dei servizi digitali resi all’utenza. Sono venuti al pettine i ritardi accumulati e la scarsa attenzione dei decisori intermedi alla tematica. Ormai, non solo in virtù delle norme, ma soprattutto in virtù delle esigenze, le Amministrazioni sono chiamate ad accelerare il percorso di trasformazione digitale sotto il profilo tecnologico, amministrativo e organizzativo. A seguito di questa premessa, sarà necessario innanzitutto capire cosa si intende per “Intelligenza Artificiale”, da un punto di vista teorico tecnico. Così facendo, se ne possono comprendere le opportunità ed anche i limiti, nonché gli ambiti di applicazione più immediati ed efficaci.
In particolare, per favorire la trasformazione digitale anche tramite l’implementazione all’IA, è fondamentale l’analisi accurata del c.d. “Libro Bianco sull’intelligenza artificiale al servizio del cittadino”, frutto del lavoro dell’Agenzia per l’Italia Digitale con una task force di esperti, che si prefigge di analizzare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nella nostra società e, più nello specifico, nella Pubblica amministrazione. L’obiettivo del documento è facilitare l’adozione di queste tecnologie da parte dello Stato, per migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese, dando così un impulso decisivo all’innovazione, al buon funzionamento dell’economia e, più in generale, al progresso nella vita quotidiana. Tuttavia, per implementare al meglio questo tipo di tecnologia occorre tenere ben presenti le sfide che è necessario affrontare per un uso davvero proficuo dell’A.I. A questo riguardo, il libro bianco ne menziona nove, che saranno approfondite durante la disamina.
Dopo aver spiegato quali siano le sfide per un’implementazione etica e professionale dell’IA nella P.A. italiana, si passerà al cuore della trattazione, che riguarderà l’applicazione pratica di tale tecnologia con specifico riguardo ai concorsi pubblici. Tradizionalmente, infatti si tratta di procedure lunghe (le Commissioni hanno bisogno di tempo per correggere gli elaborati, fare i colloqui, stilare le graduatorie) e oggetto di numerose contestazioni e ricorsi (il posto fisso, infatti, resta nonostante tutto una meta molto ambita). Da qualche tempo, però, nelle procedure concorsuali (soprattutto quelle a carattere nazionale) hanno fatto irruzione le tecnologie digitali. Infatti, alcune amministrazioni hanno iniziato ad utilizzare appositi algoritmi in modo da rendere più veloci le procedure, automatizzando le valutazioni in modo da renderle più imparziali e riducendo l’impatto di errori umani e raccomandazioni.
L’implementazione di queste tecnologie ha visto anche l’appoggio del Consiglio di Stato, che ne auspica persino un maggior utilizzo nell’ambito dell’attività amministrativa (sent. 8472 del 13 Dicembre 2019), anche in conformità con quanto stabilito dal Codice dell'amministrazione digitale. Il massimo organo giurisdizionale amministrativo ha sottolineato però l’importanza di due elementi fondamentali nell’utilizzo di algoritmi, anche alla luce della disciplina di origine sovranazionale, quali elementi di minima garanzia per ogni ipotesi di utilizzo di algoritmi in sede decisoria pubblica: a) la piena conoscibilità a monte del modulo utilizzato e dei criteri applicati; b) l’imputabilità della decisione all’organo titolare del potere, il quale deve poter svolgere la necessaria verifica di logicità e legittimità della scelta e degli esiti affidati all’algoritmo. In quest’ottica di bilanciamento tra la necessità di digitalizzare quanto prima l’attività amministrativa e quella di rendere conoscibili le chiavi dei software utilizzati si pone l’analisi dei casi che hanno riguardato l’utilizzo di algoritmi all’interno di procedure di selezione pubblica.

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