AUTORE:
Beatrice Ciminelli
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Roma La Sapienza
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La suddivisione degli ambiti della vita tra ciò che è religioso e ciò che non è religioso non è islamica, ma è importata dall’Occidente cristiano. Questa separazione a cui assistiamo oggi tra ciò che nella vita è religioso e ciò che non lo è non fa parte in alcun modo dell’Islam. L’Islam non ha conosciuto l’esistenza di due autorità: una religiosa e una temporale, né la tradizione islamica ha mai avuto una religione priva di una politica, o una politica priva di una religione. Il Cristianesimo ammette la divisione della vita tra Dio e Cesare. Questo è in relazione con la storia del pensiero occidentale, che non conosce lo stesso Dio dei musulmani, il Dio che abbraccia tutte le cose e che tutto dispone. Quanto all’Islam, esso non ammette la dualità caratteristica del pensiero cristiano e occidentale. Esso scinde l’uomo in due e divide la vita tra Dio l’Altissimo e Cesare. Ma Cesare non è pari a Dio, tale da potergli disputare il regno. Piuttosto ne è servo, sottoposto al suo governo, e, come ogni servo, è obbligato da ciò che Egli ordina e da ciò che Egli proibisce.
Il Cristianesimo non dispone di una legislazione dettagliata per gli affari della vita, che al suo interno disciplini i rapporti, organizzi le relazioni e ponga fonti e criteri di equità per i comportamenti. È solo spiritualità e morale, ricavate dalle esortazioni del Vangelo e dalle parole del Messia che esso contiene.
Al contrario, l’Islam è giunto come dottrina e legislazione e ha posto dei principi per la vita dell’uomo dalla culla alla tomba: «Il Libro abbiam rivelato a te come dimostrazione chiara di tutte le cose, e guida, e misericordia, e buona novella per i dati a Dio» (Cor., 16, 89). Non a caso, Renè David definisce l'Islam come la religione della legge, volendo significare che il diritto islamico è il nucleo essenziale dell'islam, un diritto apicale, in quanto sovraordinato a tutti gli Stati dell'area.
L'ordinamento giuridico islamico è un sistema caratterizzato dalla convivenza di più fonti, di origine umana e divina, tratto che lo caratterizza in tutti i suoi livelli. Pertanto, il sistema di diritto musulmano rappresenta, insieme agli ordinamenti di common law e civil law, una delle tre grandi famiglie in cui si organizzano oggi i sistemi giuridici contemporanei.
Il Cristianesimo non dispone di una legislazione dettagliata per gli affari della vita, che al suo interno disciplini i rapporti, organizzi le relazioni e ponga fonti e criteri di equità per i comportamenti. È solo spiritualità e morale, ricavate dalle esortazioni del Vangelo e dalle parole del Messia che esso contiene.
Al contrario, l’Islam è giunto come dottrina e legislazione e ha posto dei principi per la vita dell’uomo dalla culla alla tomba: «Il Libro abbiam rivelato a te come dimostrazione chiara di tutte le cose, e guida, e misericordia, e buona novella per i dati a Dio» (Cor., 16, 89). Non a caso, Renè David definisce l'Islam come la religione della legge, volendo significare che il diritto islamico è il nucleo essenziale dell'islam, un diritto apicale, in quanto sovraordinato a tutti gli Stati dell'area.
L'ordinamento giuridico islamico è un sistema caratterizzato dalla convivenza di più fonti, di origine umana e divina, tratto che lo caratterizza in tutti i suoi livelli. Pertanto, il sistema di diritto musulmano rappresenta, insieme agli ordinamenti di common law e civil law, una delle tre grandi famiglie in cui si organizzano oggi i sistemi giuridici contemporanei.