AUTORE:
Valentina Pirozzi
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi della Campania
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di ricostruire, a partire dall’avvento fino al suo completo inserimento nel quadro normativo, la complessa vicenda del captatore informatico, e di verificare se gli auspicati interventi del legislatore siano idonei a regolare, nel rispetto dei principi Costituzionali e sovranazionali, l’uso di strumenti che, per quanto siano di notevole ausilio per l’indagine penale, devono fare i conti con la tutela dei diritti fondamentali. La prospettiva di analisi si snoda su due profili; da un lato sul piano esegetico, si ricostruisce l’evoluzione normativa, e dall’altro, sul piano pragmatico, si analizza come questo strumento sia stato interpretato dalla prassi giudiziaria. Il titolo allude, infatti, alla sempre più costante asimmetria tra norma e prassi, tra il dover essere previsto dal codice e quello che realmente è negli uffici giudiziari quando ci si confronta con l’impiego di strumenti di questo genere, nonché più in generale con il tema delle intercettazioni.