AUTORE:
Gianmarco Ghezzi
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
ATENEO: Universitą degli Studi di Bologna
FACOLTÀ: Scuola di specializzazione per le professioni legali
ABSTRACT
L'elaborato affronta il problema della funzione dell'assegno post-matrimoniale alla luce della sentenza delle Sezioni unite n. 18287 del 2018. Dopo un primo capitolo dedicato all'evoluzione della disciplina contenuta nell'art. 5, comma 6, della legge n. 898 del 1970 e all'interpretazione fornita dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 11490 del 1990, il secondo capitolo affronta l'orientamento emerso nel 2017 a seguito di un'altra sentenza della Corte di Cassazione, secondo la quale l'assegno post-matrimoniale dovrebbe soddisfare soltanto le esigenze di mantenimento del coniuge beneficiario in nome del principio di autoresponsabilità. Infine, si affronta la sentenza del 2018 sopra indicata che ha fornito una nuova interpretazione della disposizione normativa contenuta nella legge n. 898 del 1970, basata sugli artt. 2, 3 e 29 Cost., nonché su una maggiore valorizzazione dei criteri indicati nell'art. 5, comma 6. Tuttavia, la nuova pronuncia ha lasciato aperte alcune questioni, come la discrezionalità del giudice nel determinare l'incidenza di ciascun criterio sulla scelta del riconoscimento dell'assegno e del suo ammontare e la rilevanza delle scelte effettuate dai coniugi durante il matrimonio e il valore patrimoniale loro attribuibile. In attesa dell'intervento del legislatore (giace in Parlamento un disegno di legge per la modifica dell'art. 5, comma 6, della legge n. 898 del 1970) si prova a fornire alcuni spunti per la risoluzione di alcune questioni anche alla luce della più recente giurisprudenza di legittimità.