AUTORE:
Alessandro Riccioni
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Bologna
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
L’abuso delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni è una pratica elusiva particolarmente preoccupante per le Istituzioni europee e nazionali. Come qualsiasi altro abuso del diritto, infatti, tale pratica si insinua tra le maglie della legalità, sfruttando le precarietà insite in un sistema normativo instabile per natura, qual è, appunto, quello convenzionale. A ben vedere, la differenza rispetto a qualsiasi altra pratica di questo tipo è proprio la natura convenzionale delle norme eluse, che rende più difficile del normale predisporre una disciplina antiabuso veramente efficace, giacché eventuali discrepanze tra quella di uno Stato e quella di un altro ben potrebbero sortire un effetto opposto a quello voluto, esacerbando ulteriormente il problema che dovrebbero al contrario risolvere. Da questo angolo di prospettiva, si può affermare che tale fenomeno costituisce un prodotto indesiderato del contrasto tra le spinte di unificazione del mercato europeo e globale e l’inadeguatezza dei vari sistemi normativi ai quali tale mercato deve necessariamente appoggiarsi, tutt’ora fortemente eterogenei, in quanto indissolubilmente ancorati ad un territorio di riferimento. Tuttavia, se da un lato tale assetto è stato – ed è tuttora – la principale causa del problema, dall’altro consente, almeno in larga parte, di circoscriverlo soltanto a determinati ordinamenti nazionali, la cui struttura favorisce più di altri l’attuazione di tali pratiche.
Le caratteristiche principali di questi "hub" internazionali sono una tassazione particolarmente favorevole del reddito di impresa e, soprattutto, una vasta rete convenzionale alla quale gli operatori economici possono attingere, nonché sistemi vantaggiosi di tax ruling ed una generale semplicità di costituzione delle società di capitali.
In questo contesto spicca, tra i Paesi dell'Unione Europea, l’Olanda. Tradizionalmente celebrata come Stato-modello per il suo sistema economico e fiscale, da alcuni anni il Paese si è trovato al centro di alcuni tra i più importanti casi di abuso dei trattati contro la doppia imposizione, tanto da guadagnarsi la fama di vero e proprio gateway europeo per lo spostamento off-shore del reddito di impresa.
L'obbiettivo della tesi è quello di fornire una panoramica quanto più esauriente e chiara possibile sull’argomento.
Nel primo capitolo, il lettore sarà introdotto al funzionamento e alla struttura delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, nonché alle modalità più frequenti con cui i grandi gruppi multinazionali tradizionalmente abusano dei diritti da esse derivanti, con la presentazione dei casi più noti.
Il secondo capitolo sarà invece dedicato specificatamente all’esperienza olandese: oggetto di trattazione saranno il suo sistema fiscale, la Convenzione in vigore con l’Italia e una serie di possibili schemi abusivi aventi ad oggetto quest’ultima. In particolare, saranno approfondite le possibilità oggi a disposizione di un gruppo societario operante tra l’Italia e i Paesi Bassi di sfruttare la Convenzione contro le doppie imposizioni in vigore tra i due Stati. Ciò, come si vedrà, è sicuramente meno facile di un tempo, grazie ad una significativa evoluzione delle clausole antiabuso introdotte dall’OCSE, ma anche del sistema fiscale olandese, oggi molto meno tollerante nei confronti di operazioni conduit.
Infine, il terzo ed ultimo capitolo si concentrerà sulla disciplina antiabuso elaborata dall’ente di riferimento sul piano internazionale, ossia l’OCSE, in collaborazione con gli Stati del G20 e quelli del cd. Inclusive Framework, soprattutto nell’ambito del "Progetto BEPS". Particolare attenzione sarà dedicata alle principali clausole antiabuso elaborate in seno a queste Istituzioni (Beneficial Owner Clause, Limitation on Benefits Clause e Principal Purpouse Test).
L’elaborato si conclude con una panoramica sulle modalità di implementazione di una disciplina antiabuso comune. Più precisamente, si fornirà una panoramica sul Multilateral Instrument (MLI) e sul recentissimo progetto "GloBe", finalizzato all'introduzione di un'aliquota minima mondiale.
Le caratteristiche principali di questi "hub" internazionali sono una tassazione particolarmente favorevole del reddito di impresa e, soprattutto, una vasta rete convenzionale alla quale gli operatori economici possono attingere, nonché sistemi vantaggiosi di tax ruling ed una generale semplicità di costituzione delle società di capitali.
In questo contesto spicca, tra i Paesi dell'Unione Europea, l’Olanda. Tradizionalmente celebrata come Stato-modello per il suo sistema economico e fiscale, da alcuni anni il Paese si è trovato al centro di alcuni tra i più importanti casi di abuso dei trattati contro la doppia imposizione, tanto da guadagnarsi la fama di vero e proprio gateway europeo per lo spostamento off-shore del reddito di impresa.
L'obbiettivo della tesi è quello di fornire una panoramica quanto più esauriente e chiara possibile sull’argomento.
Nel primo capitolo, il lettore sarà introdotto al funzionamento e alla struttura delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, nonché alle modalità più frequenti con cui i grandi gruppi multinazionali tradizionalmente abusano dei diritti da esse derivanti, con la presentazione dei casi più noti.
Il secondo capitolo sarà invece dedicato specificatamente all’esperienza olandese: oggetto di trattazione saranno il suo sistema fiscale, la Convenzione in vigore con l’Italia e una serie di possibili schemi abusivi aventi ad oggetto quest’ultima. In particolare, saranno approfondite le possibilità oggi a disposizione di un gruppo societario operante tra l’Italia e i Paesi Bassi di sfruttare la Convenzione contro le doppie imposizioni in vigore tra i due Stati. Ciò, come si vedrà, è sicuramente meno facile di un tempo, grazie ad una significativa evoluzione delle clausole antiabuso introdotte dall’OCSE, ma anche del sistema fiscale olandese, oggi molto meno tollerante nei confronti di operazioni conduit.
Infine, il terzo ed ultimo capitolo si concentrerà sulla disciplina antiabuso elaborata dall’ente di riferimento sul piano internazionale, ossia l’OCSE, in collaborazione con gli Stati del G20 e quelli del cd. Inclusive Framework, soprattutto nell’ambito del "Progetto BEPS". Particolare attenzione sarà dedicata alle principali clausole antiabuso elaborate in seno a queste Istituzioni (Beneficial Owner Clause, Limitation on Benefits Clause e Principal Purpouse Test).
L’elaborato si conclude con una panoramica sulle modalità di implementazione di una disciplina antiabuso comune. Più precisamente, si fornirà una panoramica sul Multilateral Instrument (MLI) e sul recentissimo progetto "GloBe", finalizzato all'introduzione di un'aliquota minima mondiale.