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Versamento contanti sul proprio conto corrente: ecco quanto puoi versare per evitare controlli dell'Agenzia delle Entrata

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Versamento contanti sul proprio conto corrente: ecco quanto puoi versare per evitare controlli dell'Agenzia delle Entrata
Limite alla circolazione di contanti: fino a quanto posso versare in Banca?
"I contanti sono destinati a scomparire del tutto": quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure, sta diventando realtà.
In Italia, c'è ancora un uso massiccio del contante, mentre, in altri paesi europei, la gente è ormai abituata a non avere banconote nel portafogli. Chiaramente ogni città è diversa. Nelle metropoli italiane sta diventando sempre più naturale pagare con carta, ma nei piccoli centri questo può risultare ancora difficile.
In realtà, sul contante l'opinione pubblica è divisa, tra chi spinge per una riduzione dello stesso e chi, invece, proprio non riesce ad abituarsi a non avere soldi fisici con sé.

Ogni tanto, tocca aggiornarsi sulle ultima novità relative alla circolazione del contante, di cui è stato limitato l'uso già con il D. lgs. n. 231/2007 (Decreto antiriciclaggio), e in particolare con l'art. 49, modificato negli anni.
Da ultimo, è stato modificato dalla Legge di Bilancio 2023 e, in particolare, dall'art.1, comma 384 di tale legge, la n. 197/2022, che ha vietato, con decorrenza dal 1 gennaio 2023, gli scambi di denaro contante che siano pari o superiori ad euro 5.000.
Di conseguenza, potrà trasferirsi denaro contante entro i limiti di euro 4.999, mentre gli importi di valore pari o superiore ad euro 5.000 dovranno essere corrisposti con strumenti tracciabili (bonifici, assegni, carte di credito o di debito, etc.)
E ciò per qualsiasi rapporto giuridico e non solo tra privati, ma anche nel caso di pagamenti alla Pubblica Amministrazione.
Nel caso di superamento dei limiti, le sanzioni vanno:
  • da euro 1.000 ad euro 50.000, per importi fino a 250.000 euro;
  • da euro 5.000 ad euro 250.000, per importi superiori a 250.000 euro;

Adesso che sappiamo che esiste un limite alla circolazione del denaro contante, viene da chiedersi se ne esiste uno anche per i versamenti in banca. Anche in quel caso devo rispettare il limite di 5.000 euro o posso versare sul mio conto qualsiasi importo?

Ebbene, sarete lieti di sapere che la legge non prevede limiti in tal senso, e siete liberi di depositare sul vostro conto la somma che preferite. Questo, tuttavia, non significa che non dobbiate fare attenzione!
Difatti, anche se l'art. 49 del D.lgs. n. 231/2007, di cui abbiamo parlato, non pone limitazioni in merito ai versamenti, è evidente che, nel caso andiate a depositare ingenti somme di denaro sul contro, potreste attirare l'attenzione dell'Agenzia delle Entrate. E siamo sicuri che non ne avete l'intenzione, vero?

In primo luogo, è importante sapere che, pur non esistendo dei veri e propri divieti, quando un soggetto effettua operazioni di prelievo o versamento per importi superiori ad euro 10.000, nell'arco di un mese, la banca è obbligata a inviare una comunicazione all’Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia (UIF). Nota bene: tale comunicazione non scatta soltanto nei casi in cui gli euro 10.000 siano prelevati o versati in unica soluzione, ma anche nel caso di importi frazionati nell'arco dello stesso mese. 

Ma, al di là di tale previsioni, e pure in assenza di limiti legali, dovete sempre fare attenzione alle somme che versate. Difatti, nel caso di importi considerevoli, potreste far scattare un campanello d'allarme nell'Agenzia delle Entrate, che potrebbe procedere con un accertamento nei vostri confronti, per capire da dove proviene il denaro.
Infatti, in base al TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), si presume che tutti i versamenti in banca o gli accrediti derivanti da bonifico siano dei ricavi, che quindi dovranno essere riportati nella dichiarazione dei redditi e, naturalmente, tassati.

Quindi, mettiamo il caso che andiate a versare in banca una somma importante e che l'Agenzia delle Entrate se ne accorga. Cosa farà? In primo luogo, andrà a fare una verifica della vostra dichiarazione dei redditi, per capire se tale somma è stata dichiarata e tassata. In caso tale verifica dia esito negativo, vi invierà un avviso, chiedendovi di fornire una giustificazione a tale versamento.
Difatti, non è detto che qualsiasi somma versata sia un ricavo, potendosi trattare anche di somme che non devono essere tassate.
In questo caso, vi tocca dimostrare o che si tratti di denaro già tassato alla fonte (ad esempio, una vincita) o che si tratti di denaro proveniente da fonte esente (ad esempio, donazioni, risarcimenti danni etc.)

Questo è ciò che dovete sapere se non volete sorprese quando effettuate versamenti. 
È chiaro che difficilmente potrete incorrere in problemi se vi limitate a effettuare versamenti di denaro di importi modesti ma, se proprio dovete versare somme ingenti, è importante che si tratti di ricavi dichiarati o di somme che, in ogni caso, potete giustificare. 


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