Qualora questo dovesse avvenire a causa di disposizioni testamentarie errate, i legittimari potranno agire in giudizio impugnando il testamento ed esercitando l'azione di riduzione, richiedendo così la percentuale di eredità spettante loro in quanto stabilita dalla legge.
In particolare, le suddette quote di legittima corrispondono al:
- 50% del patrimonio al figlio unico;
- 2/3 dell'eredità in parti uguali ai figli;
- 1/3 al figlio unico se è presente il coniuge superstite;
- 50% da dividere tra i figli in parti uguali in presenza del coniuge superstite.
Entriamo ora nel merito del quesito iniziale: cosa succede se si intesta la casa ai propri figli prima di morire?
Ebbene, partiamo col dire che la pratica di intestare un bene ai propri figli è del tutto lecita anche nel caso in cui il bene in oggetto dovesse avere un valore superiore alla quota di legittima.
L'unico limite da rispettare è sempre quello di non intaccare il diritto degli altri eredi legittimari. In caso contrario, questi potranno agire per richiedere la revoca della donazione e, stando alla nuova regolamentazione, se il soggetto intestatario del bene lo ha venduto, dovrà restituire le somme dovute in base alle quote spettanti ai soggetti.
Prima di intestare una casa ai propri figli è necessario sapere che:
- se si tratta di un figlio minorenne, a seguito della donazione non si potrà vendere il bene senza autorizzazione del giudice tutelare;
- è necessario un atto notarile, salvo donazione indiretta;
- è possibile apporre la clausola di usufrutto, che dà diritto ai genitori di continuare a vivere nell'abitazione;
- il figlio deve procedere al cambio di residenza entro 18 mesi per ottenere le agevolazioni sulla prima casa;
- nel caso in cui la donazione dovesse essere successiva all'insorgere di un debito, si potrà revocare entro 5 anni.