Chi ha diritto alla pensione di reversibilità e a quanto ammonta?
La percentuale di pensione assegnata varia in base al grado di parentela con il defunto. Il coniuge superstite ha diritto al 60% della pensione goduta in vita dal titolare. Invece, al figlio unico superstite (minore, studente o inabile) spetta il 70%. In caso di due figli (o nipoti) superstiti, in assenza di coniuge, essi hanno diritto all’80% della pensione del genitore deceduto. In caso di tre o più figli (o nipoti), in assenza di coniuge toccherà loro il 100% della pensione.
Invece, in mancanza di questi, l’assegno pensionistico spetta ai genitori, ai fratelli o alle sorelle non sposati a carico del pensionato defunto.
Pensione di reversibilità: limiti di reddito 2024
Ogni anno i limiti di reddito personale per poter beneficiare del supporto pensionistico sono soggetti a modifiche. Infatti, come previsto dalla L. 8 agosto 1995, n. 335 (c.d. Riforma Dini), l’importo della pensione di reversibilità è correlato alla situazione economica del superstite.
Per il 2024 sono entrati in vigore nuovi i limiti reddituali, superati i quali sono previste decurtazioni sulla pensione di reversibilità.
Tali limiti sono legati al trattamento minimo (pensione minima) che viene rivalutato annualmente sulla base dell’inflazione media registrata nell’ultimo anno. Nel 2023 vi era stato un incremento dell’importo del trattamento minimo pari a 567,94 euro, a causa di un’inflazione media pari all’8,1%. Nel 2024, la rivalutazione annuale dei trattamenti pensionistici è pari al 5,4%, con un importo del trattamento minimo lievitato a 598,61 euro.
Ciò considerato, nel 2024 i limiti reddituali, con relativi tagli, sono fissati come segue:
- zero tagli (reversibilità totale): per redditi entro il limite di 23.345,79 euro;
- taglio reversibilità del 25%: per redditi compresi tra i 23.345,79 euro e i 31.127,72 euro;
- taglio reversibilità del 40%: per redditi compresi tra i 31.127,72 euro e i 38.909,65 euro;
- taglio reversibilità del 50%: per redditi superiori a 38.909,65 euro.
Come calcolare la pensione di reversibilità 2024?
Per fare un esempio: supponiamo di avere un nucleo familiare con due pensionati, entrambi con un assegno mensile da 2000 euro lordi al mese, e quindi complessivamente 48.000 euro annui al lordo di trattenute o detrazioni spettanti.
Se uno dei due coniugi muore, il superstite dovrebbe avere diritto al 60% dell'assegno pensionistico pari a 1200 euro.
In realtà, con i nuovi limiti 2024, essendo il reddito del coniuge di 24.000 euro rientrante nella prima fascia, si avrebbe un taglio del 25% della pensione di reversibilità. Di conseguenza, il coniuge superstite per il 2024 non avrà diritto a 1.200 euro lordi, ma a 900 euro, data l'applicazione del taglio.
Cumulo tra pensione di reversibilità e redditi
A fronte di tali decurtazioni, la Corte Costituzionale arriva in soccorso dei superstiti con la sentenza n. 162 del 30 giugno 2022. Secondo la Consulta, la pensione di reversibilità non può essere decurtata, in caso di cumulo con ulteriori redditi del beneficiario, di un importo che superi l’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi. In effetti, una tale riduzione della pensione oltre la misura dei redditi conseguiti, anziché favorire il superstite, finirebbe paradossalmente per procurargli un danno.
Quando la pensione di reversibilità non viene decurtata
In ogni caso, è importante sapere che la presenza di figli fino a 21 anni (se studenti fino a 26 anni) o inabili nel nucleo familiare esclude qualsiasi decurtazione, indipendentemente dal reddito percepito.
Infine, alcuni redditi non vengono proprio considerati nel calcolo dei limiti di reddito per la decurtazione della pensione di reversibilità. Essi sono, ad esempio: la rendita rivalutata della casa di abitazione, il trattamento di fine rapporto e i compensi arretrati soggetti a tassazione separata.