Però, attenzione. La scomparsa di alcune semplificazioni non riguarderà tutti i forfettari. Capiamo insieme cosa stabilisce la legge e chi potrebbe riguardare.
Innanzitutto, il regime forfettario è un regime fiscale agevolato che permette di godere di una serie di vantaggi e semplificazioni ai fini Iva e contabili. Su tutto, questo regime permette di avere (e di pagare) un’aliquota di tassazione molto bassa: il 5% sull’imponibile nei primi cinque anni di attività, poi il 15%.
Tuttavia, negli ultimi tempi ci sono stati alcuni interventi normativi che hanno eliminato delle semplificazioni che hanno sempre caratterizzato il regime forfettario.
Tieni conto che, dal 1° gennaio 2024, i forfettari dovranno dire addio alle fatture cartacee. Infatti, a partire dall’anno nuovo, entrerà in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i titolari di partita Iva con regime forfettario. Tutti i forfettari dovranno rispettare tale obbligo, a prescindere dal loro fatturato. Nessuno escluso.
E l’obbligo di fattura elettronica cosa cambierà?
In realtà, nonostante il nuovo obbligo, per i forfettari, le regole fiscali sull’Iva non cambiano. Quindi, per esempio, continuerai a non addebitare l’Iva in fattura ai clienti o continuerai a non detrarla sugli acquisti.
Tuttavia, in concreto, per fare fattura, i forfettari dovranno sicuramente usare dei software (cioè, dei programmi) per l’emissione e la conservazione delle fatture elettroniche. Ciò significa non solo che diventa più complicato fare fatture, ma anche che ci potrebbero essere delle spese da affrontare. Il forfettario potrà utilizzare il servizio online “Fatture e corrispettivi” di Agenzia delle Entrate oppure dovrà comprare un software a pagamento per la gestione dell’emissione, consegna e conservazione delle fatture elettroniche.
E, allora, quando il forfettario può perdere le semplificazioni in vigore? Riguarderà tutti i titolari di partita Iva che hanno scelto il regime agevolato? Vediamo la nuova normativa a chi si rivolge e a quali condizioni.
L’addio alle semplificazioni contabili riguarderà soltanto una parte dei forfettari e tutto dipende da una loro scelta. Infatti, il venir meno delle semplificazioni ci sarà, ma soltanto per coloro che sottoscrivono il c.d. concordato preventivo biennale.
Che cos’è il concordato preventivo biennale? Si tratta di una novità introdotta con la riforma fiscale. Con esso, i contribuenti possono fare un accordo con l’Agenzia delle Entrate e stabilire in anticipo la base imponibile per il biennio successivo.
E proprio l’adesione al concordato preventivo biennale determina, per il forfettario, la scomparsa delle semplificazioni contabili in vigore.
Basta pensare che, per legge, i forfettari non hanno un obbligo esplicito di mantenere una contabilità accurata per registrare i costi di esercizio. Però, se aderisce al concordato preventivo biennale, il forfettario dovrà iniziare a tenere una contabilità più specifica, gestendo in modo dettagliato i costi e documentandoli.
E dovrà farlo. Infatti, se non dovesse rispettare tale adempimento, allora il forfettario potrebbe andare incontro a due grandi rischi. Innanzitutto, potrebbe ricevere una proposta di reddito che non rispecchia la reale condizione finanziaria della sua attività. Poi, potrebbe anche essere escluso dalla possibilità di sfruttare il concordato preventivo biennale.
E per chi non aderisce al concordato preventivo? Chiaramente, i forfettari che non hanno sottoscritto alcun concordato preventivo biennale non dovranno rispettare l’obbligo di mantenere una contabilità così dettagliata.
E le novità non sono finite qui. Infatti, per chi è titolare di partita Iva in regime forfettario, ci sarà anche l’obbligo di compilare il Quadro Rs del Modello Redditi. In questo modo, si potranno controllare e comunicare le spese sostenute durante il periodo d’imposta.