Molto discussa è la riforma delle pensioni ordinarie, come quelle di vecchiaia e quelle anticipate. Si discute, infatti, di un possibile incremento del requisito contributivo minimo di 20 anni per le pensioni di vecchiaia e di un allungamento delle finestre di uscita a 7 mesi per le pensioni anticipate.
Tuttavia, è bene precisare che, allo stato attuale, si tratta solo di ipotesi, idonee comunque a creare incertezza e insicurezza tra i lavoratori. L’auspicio è che, con l’approvazione della nuova legge di Bilancio, la situazione possa chiarirsi.
Varie sono quindi le ipotesi al vaglio del Governo.
In particolare, le opzioni includono anche l'Ape sociale, l'opzione donna e la quota 103, misure che scadranno il 31 dicembre 2024. Tuttavia, secondo alcune fonti, tali misure non verranno confermate, mentre altre affermano il contrario.
Per quanto riguarda invece Quota 41 per i lavoratori precoci, la misura dovrebbe essere operativa già nel 2025.
La Quota 41 per i lavoratori precoci rappresenta una certezza. Chi svolge la funzione di caregiver e si occupa di un familiare disabile può accedere a questa misura, senza limiti di età, purché abbia accumulato 41 anni di contributi. Di questi, almeno 35 devono essere stati effettivamente versati, escludendo periodi figurativi come quelli legati alla disoccupazione o alla malattia. Inoltre, un minimo di 12 mesi di contributi (anche non consecutivi) devono essere stati versati prima del compimento dei 19 anni di età.
Il caregiver è colui che si occupa di un parente gravemente disabile, titolare dei benefici previsti dalla legge 104. Negli ultimi anni, questa figura è diventata centrale per numerose prestazioni pensionistiche, soprattutto per quelle anticipate, come appunto la quota 41 per i precoci. Tuttavia, per accedere ai benefici pensionistici, il caregiver deve soddisfare un ulteriore requisito, ovvero la convivenza con il disabile da almeno 6 mesi.
Questo requisito si applica non solo alla Quota 41, ma anche all’opzione donna e all’Ape sociale. La convivenza deve avere luogo sotto lo stesso tetto, ovvero nella stessa abitazione o in un'unità con lo stesso numero civico, anche se in appartamenti differenti.
Anche per il 2024, l’Ape sociale e l'opzione donna includono i caregiver tra i beneficiari, sempre rispettando il vincolo dei 6 mesi di convivenza. Con l'Ape sociale, il pensionamento è possibile raggiungendo almeno 63 anni e 5 mesi di età e avendo accumulato almeno 30 anni di contributi.
Per l’opzione donna, è necessario che al 31 dicembre 2023 si siano raggiunti almeno 61 anni di età e 35 anni di contributi. Tuttavia, per le donne caregiver con figli a carico, ci sono ulteriori vantaggi: coloro che hanno avuto un figlio possono andare in pensione a 60 anni, sempre con 35 anni di contributi, mentre chi ha due o più figli può ritirarsi a 59 anni. Al momento, ci sono dubbi sulla proroga di queste due misure nel 2025; infatti circolano voci di una loro possibile cancellazione.