Con il termine «caregiver familiare» si designa colui - o colei - che si prende cura di una persona cara in condizioni di non autosufficienza. Il caregiver familiare deve farsi carico dell'organizzazione delle cure e dell'assistenza, nonché di ogni altro atto, anche amministrativo, che la persona assistita non è più in grado di compiere.
A fronte di tali gravosi impegni, spesso il caregiver può trovarsi in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibile ad affaticamento fisico e psicologico, nella consapevolezza di non potersi ammalare per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare. Per tale ordine di ragioni è stata avvertita, a livello istituzionale, l’esigenza che questa figura sia valorizzata e sostenuta dallo Stato.
Ma, ad oggi, quali sono le tutele garantite?
La figura del caregiver familiare è stata individuata con l'articolo 1, comma 255, della L. n. 205/2017 (legge di bilancio per il 2018), nella persona che assiste e si prende cura:
A fronte di tali gravosi impegni, spesso il caregiver può trovarsi in una condizione di sofferenza e di disagio riconducibile ad affaticamento fisico e psicologico, nella consapevolezza di non potersi ammalare per le conseguenze che la sua assenza potrebbe provocare. Per tale ordine di ragioni è stata avvertita, a livello istituzionale, l’esigenza che questa figura sia valorizzata e sostenuta dallo Stato.
Ma, ad oggi, quali sono le tutele garantite?
La figura del caregiver familiare è stata individuata con l'articolo 1, comma 255, della L. n. 205/2017 (legge di bilancio per il 2018), nella persona che assiste e si prende cura:
- del coniuge;
- dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge sulle unioni civili (Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze);
- di un familiare o di un affine entro il secondo grado;
- ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della L. 104/1992, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della L. n. 18/1980.
Inoltre - sempre nell’ambito della L. 205/2017 - è stata prevista l’istituzione, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare. Tale Fondo, oggi, viene ripartito annualmente tra le Regioni e utilizzato per finanziare interventi di assistenza diretta o indiretta in favore dei caregiver familiari.
Per i caregiver sono inoltre previste due misure che consentono il pensionamento anticipato: quota 41 e APE sociale
Va poi ricordato che, per le lavoratrici caregiver, la convivenza con il familiare da assistere è un elemento inderogabile per poter accedere ad Opzione donna.
Attualmente, come si anticipava, nelle sedi istituzionali è avvertita l’esigenza di compiere un passo ulteriore, quello cioè di pervenire all’emanazione di una legge organica, finalizzata al riconoscimento e alla tutela del lavoro svolto dal caregiver familiare, in quanto rappresenta un valore sociale ed economico per il Paese. Una legge che gli garantisca diritti quali l’informazione, la formazione, il sollievo, il supporto nell’emergenza, la valorizzazione delle competenze acquisite, forme di defiscalizzazione delle spese di cura e politiche di conciliazione, come accade già in altri paesi della Unione europea.
In tale direzione è stato presentato un disegno di legge, il quale apre ad una prima fase di normazione organica. Il testo - che si compone di 11 articoli - in particolare prevede:
- la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) da garantire al caregiver familiare e, parallelamente, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) da parte della competente Commissione nazionale, attraverso l'inserimento di nuovi servizi, ponendo particolare attenzione alla domiciliarizzazione delle visite e delle prestazioni specialistiche. In tale ambito, inoltre, è previsto il rilascio di apposita tessera di riconoscimento come caregiver familiare, al fine di consentire forme di priorità nel disbrigo di pratiche amministrative svolte nell'interesse dell'assistito;
- l’introduzione di nuove misure di sostegno per la conciliazione tra attività lavorativa e attività di cura e di assistenza, attraverso il riconoscimento, al caregiver familiare lavoratore, del diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale, preferibilmente da svolgersi in modalità di lavoro agile, con una riduzione d'orario pari al 50% compatibile con l'attività di assistenza e di cura da lui prestata;
- il diritto a scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere. Ciò anche nel corso del rapporto di lavoro, mediante domanda di trasferimento, sempre che non ostino effettive esigenze tecniche, organizzative e produttive non suscettibili di essere comunque soddisfatte;
- la valorizzazione dell’esperienza maturata in qualità di caregiver familiare ai fini della certificazione delle competenze, ovvero quale credito formativo per l'acquisizione della qualifica di operatore sociosanitario o di altre figure professionali dell'area socio-sanitaria (cfr. anche D. Lgs. n. 29/2024);
- il riconoscimento di un sostegno economico denominato «bonus caregiver». Il bonus è riconosciuto nella misura di 516,46 euro al caregiver familiare non lavoratore, convivente con l'assistito che sia percettore di un'indennità di accompagnamento con invalidità pari al 100%;
- la detrazione fiscale delle spese sostenute dal caregiver familiare per l'attività di cura e di assistenza svolta. Esse sono detraibili dall'imposta sul reddito delle persone fisiche nella misura del 50%, fino all'importo massimo di 10.000 euro annui.