Si tratta, infatti, di compensi in natura, e quindi di retribuzioni in valore non monetario, che il datore di lavoro eroga ai dipendenti, sotto forma di beni o servizi.
Esempi di fringe benefits sono: auto aziendale, smartphone, buoni di acquisto, polizze assicurative, concessione di prestiti etc.
Tuttavia, la norma circoscrive l'ambito dei beneficiari, individuandoli nei soli dipendenti con figli a carico.
Tale norma, in particolare, prevede che non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 3000 euro:
- il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati, che si trovano nelle condizioni previste dall'art.12, comma 2 del T.U.I.R. (ossia che siano fiscalmente a carico);
- le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. Rientrano nell'esenzione, quindi, anche le somme erogate per le bollette.
Inoltre, è stato riproposto, come già nel 2022, il bonus carburante.
- pari o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;
- pari o inferiore a 4.000,00 euro, per figli di età non superiore a 24 anni.
È importante sapere, in merito ai fringe benefits e alle previsioni in favore dei soggetti con figli a carico, che sussistono obblighi sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.
Non sono mancate le critiche, data l'evidente sproporzione tra il trattamento riservato ai dipendenti con figli a carico e quello destinato a chi non ha figli. Appare, difatti, del tutto inadeguato il limite di 258,23 euro, anche considerando l'aumento del costo della vita.