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Fare il bagno in una fontana pubblica è reato?

Fare il bagno in una fontana pubblica è reato?
Due turiste australiane multate e allontanate dopo aver fatto il bagno nella Fontana di Trevi: scopriamo il perché
Erano gli anni '60 quando Anita Ekberg si bagnava nella Fontana di Trevi nell'iconica scena del film "La Dolce Vita", invitando Marcello Mastroianni a seguirla. Quando si passeggia per Roma, è inevitabile pensare al capolavoro di Fellini, e forse qualcuno sarà stato sfiorato dall'idea di imitare l'attrice svedese e gettarsi nella Fontana dove, di solito, i visitatori lanciano monetine ed esprimono desideri.
Ci si può tuffare in una fontana pubblica per goliardia, o per combattere l'insopportabile calura estiva; tuttavia, vi sconsigliamo fortemente di farlo e vi spieghiamo il perché.


In primo luogo, è importante sapere che esistono divieti di bagnarsi nelle fontane pubbliche. Difatti, per ragioni di decoro e dignità dei luoghi, ma anche per motivi di igiene, i sindaci delle diverse località italiane hanno adottato ordinanze comunali con cui si vietano alcuni comportamenti, come tuffarsi nelle fontane, e si prevedono multe, anche salate, per i trasgressori di tali provvedimenti.

La previsione di tali misure può apparire severa, ma in realtà si è resa necessaria, soprattutto nelle città molto frequentate da turisti.
Il nostro paese è ricco di fontane, alcune di particolare interesse storico, come appunto la Fontana di Trevi. Molte di queste sono dotate di acqua potabile e rappresentano un po' un'oasi tanto bramata dai viaggiatori, nelle giornate più afose.
Tuttavia, non era raro vedere turisti, soprattutto stranieri, che si tuffavano nelle fontane pubbliche o che bivaccavano nei pressi delle stesse, consumando pasti e magari non provvedendo neppure a gettare la spazzatura creata. Il tutto a discapito del decoro e della dignità dei luoghi. Ed è per questo che le autorità hanno iniziato a mostrarsi sempre più intolleranti verso tali atteggiamenti, emettendo provvedimenti a tutela delle fontane, in particolare quelle di notevole interesse e valore storico.

Con l'introduzione di ordinanze e misure, ovviamente, tali fontane non sono divenute inaccessibili in toto, in quanto è sempre possibile, tendenzialmente, bere dalle stesse o riempire bottiglie e borracce, nonché rinfrescarsi sciacquandosi il viso e le mani. Sono invece vietate condotte come tuffarsi nelle fontane o comunque entrarvi, nonché anche il solo immergervi piedi o gambe.

Per quanto riguarda la città di Roma, in cui sono state multate domenica scorsa due turiste australiane, si evidenzia che, nel luglio del 2019, era entrato in vigore il Nuovo Regolamento di Polizia Urbana, contenente disposizioni varie, che vanno dalle multe a chi imbratta o deturpa monumenti e beni storici a quelle per i bagni nelle fontane. Il fine di tale Regolamento è, appunto, quello di tutelare la città, il suo decoro e la sicurezza dei cittadini.
In particolare, ai sensi dell'art. 8 del predetto Regolamento, relativo a fontane storiche, fontane e fontanelle pubbliche, "gli utenti devono fruire delle fontane storiche in modo tale da poterne garantire a tutti la libera e corretta godibilità", e vengono vietati diversi comportamenti, tra cui danneggiare le fontane o immergersi in esse, anche solo parzialmente. Non si vieta il lancio delle monetine ma, ex art. 8, comma 2 "è vietata la raccolta delle monete da parte di soggetti non autorizzati".
Come deliberato dalla Giunta Capitolina, le sanzioni pecuniarie per chi si bagna nelle fontane storiche, oppure fa un uso scorretto di fontane, fontanelle e dei cosiddetti “nasoni” (fontanelle tipiche di Roma), vanno dai 160 ai 450 euro, a seconda della gravità della violazione. Inoltre, per i comportamenti in violazione dell'art. 8, comma 1 del Regolamento di Polizia Urbana (danneggiare tali fontane, immergersi in esse, immergervi oggetti etc.), commessi in determinate aree, sono previste altresì le sanzioni e le misure di cui all’articolo 9 del Decreto Legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito con modificazioni in legge 18 aprile 2017, n. 48, ossia l'allontanamento dal luogo e il divieto di accesso (il cosiddetto daspo).

Proprio sulla base di tali disposizioni sono state sanzionate due giovani turiste australiane, che si sono tuffate nella Fontana di Trevi, nella serata di domenica scorsa. Gli agenti della Polizia locale, oltre ad emettere un daspo nei loro confronti, hanno comminato loro una multa di euro 450.

Adesso che sapete cosa rischiate, fate molta attenzione! Non abbiate paura di rinfrescarvi o bere dell'acqua ma, quando si tratta di fontane pubbliche, fate attenzione a non danneggiarle in alcun modo e, soprattutto, non provate a tuffarvi!


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