L'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale per le Pubbliche Amministrazioni, ha confermato l'intenzione di aumentare la retribuzione media complessiva dei dipendenti pubblici di 160 euro, che corrisponde a un incremento del 5,74%. Il nuovo contratto, che di solito anticipa altri contratti pubblici, si riferisce al triennio 2022-2024, durante il quale le retribuzioni sono state influenzate negativamente dall'inflazione. Tuttavia, ad oggi, Aran e sindacati sono piuttosto distanti riguardo alle modalità per ottenere un eventuale recupero salariale.
Gli aumenti proposti variano notevolmente in base al settore di riferimento.
Quanto ai dipendenti dei ministeri, delle Agenzie fiscali, dell'Inps, dell'Inail e di altri enti economici, l'incremento medio è di circa 159 euro lordi al mese.
I funzionari, invece, potrebbero vedere un aumento di circa 170 euro lordi mensili, mentre per infermieri e operatori sanitari l'aumento medio è di 158 euro, a cui si aggiungono 6 euro mensili per le indennità di Pronto Soccorso.
Per i dipendenti del settore Sicurezza e Difesa (inclusi poliziotti, carabinieri, guardia di Finanza ed esercito) gli aumenti contrattuali medi sono di 156 euro al mese, con fondi aggiuntivi che portano il totale a circa 190 euro.
Quanto invece agli impiegati comunali, essi riceveranno un incremento leggermente inferiore, pari a 136 euro lordi mensili.
In aggiunta agli aumenti salariali, l'Aran ha avanzato anche alcune proposte in materia di carriera. In particolare, l’Agenzia ha proposto la possibilità, per i dipendenti pubblici, di conseguire avanzamenti di carriera basati solo sull'anzianità di servizio, senza la necessità di titoli di studio.
Ancora, l'Agenzia ha suggerito di estendere la validità dell'art. 18 del CCNL 2019/2021 (che riguarda le progressioni tra le aree professionali) fino al 30 giugno 2025.
Infine, si sta discutendo in ordine ad un maggiore impiego dello smart working per i dipendenti pubblici che abbiano esigenze particolari legate alla salute o alla cura dei familiari.
Tuttavia, la strada per il rinnovo è in salita. Infatti, relativamente agli aumenti salariali, ci sono tensioni tra l’Aran e i sindacati, con la Fp-Cgil che richiede ulteriori risorse per il contratto. In mancanza, i sindacati sono pronti a dare il via alle mobilitazioni dei lavoratori. In una dichiarazione, la Federazione dei lavoratori pubblici della Cgil ha evidenziato che l'Aran ha presentato un quadro delle risorse disponibili che, rimanendo le stesse ferme al 5,78%, si traduce per il 2024 in circa 143 euro medi per i dipendenti dei ministeri. Questi fondi includono anche quanto già erogato come indennità di vacanza contrattuale e gli anticipi di dicembre, che complessivamente ammontano a circa 70 euro per i dipendenti ministeriali.
La nota della Fp-Cgil afferma: “Le cifre indicate dall'Aran confermano tutte le nostre obiezioni. Senza ulteriori risorse, il contratto potrebbe non portare alcun aumento per molti lavoratori e, in alcuni casi, potrebbe risultare che i dipendenti abbiano ricevuto più del previsto. Sono necessari fondi aggiuntivi per sostenere l'ordinamento, aumentare gli stipendi in base all'inflazione del triennio e rivalutare il buono pasto. Continueremo a chiedere ulteriori risorse finché il governo non le metterà a disposizione”.
Antonio Naddeo, presidente dell'Aran, ha dichiarato che l'incontro dell'11 luglio è stato produttivo e ha messo a fuoco i contenuti principali, sebbene alcuni sindacati abbiano sollevato preoccupazioni riguardo alle risorse finanziarie, per la cui soluzione bisognerà attendere la prossima legge di bilancio. Questo potrebbe, però, posticipare la conclusione del contratto al 2025. Pertanto, l'esito della trattativa per il pubblico impiego - che include anche quella in corso per il Comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico per i quali avverrà un incremento salariale del 5,8% - è previsto per settembre.