La
proposta avanzata dal Partito Democratico rappresenta una riforma radicale del sistema energetico italiano.
L'idea è quella di permettere alle famiglie vulnerabili e a quelle con redditi medio-bassi di ricevere l'energia elettrica direttamente da un Acquirente unico gestito dallo Stato, più precisamente una società pubblica controllata dal Ministero dell'Economia. Questa soluzione permetterebbe di bypassare i fornitori privati e di garantire condizioni economiche più vantaggiose per i consumatori.
Attualmente, chi è considerato vulnerabile può ancora beneficiare del servizio a tutele graduali, che prevede bollette con il prezzo dell'energia stabilito dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) e non dai singoli fornitori. Tuttavia, questi consumatori sono comunque clienti di aziende elettriche private. Con l'emendamento segnalato come prioritario, i vulnerabili passerebbero automaticamente all'Acquirente unico statale, mentre tutti coloro che si trovano attualmente nel mercato libero, ma possiedono i requisiti per le tutele, potrebbero presentare specifica richiesta per accedere al servizio. L'Acquirente unico avrebbe la capacità di negoziare condizioni più favorevoli sul mercato dell'energia, traducendosi ciò in bollette significativamente più leggere per le famiglie.
Chi può beneficiare delle nuove tutele: requisiti allargati
L'emendamento del PD non si limita a confermare le categorie già considerate vulnerabili, ma amplia notevolmente la platea dei beneficiari. Attualmente hanno diritto alle tutele gli over 75, i titolari di bonus sociali, le persone con disabilità, chi risiede in isole minori non connesse alla rete elettrica nazionale e chi vive in abitazioni di emergenza a seguito di calamità naturali. Questi requisiti rimarrebbero validi, ma
la grande novità riguarda l'estensione alle famiglie con Isee fino a 20.000 euro, soglia che salirebbe a 30.000 euro per i nuclei familiari con più di tre figli a carico.
Si tratta di un allargamento significativo che coinvolgerebbe milioni di famiglie italiane, oggi escluse da qualsiasi forma di tutela e costrette a navigare nel mercato libero dell'energia, dove i prezzi possono variare considerevolmente e non sempre in modo trasparente. L'obiettivo dichiarato dal Partito Democratico è quello di proteggere il ceto medio-basso dal peso insostenibile delle bollette energetiche, un problema che da anni affligge il bilancio familiare di tanti italiani. L'introduzione di questa soglia Isee rappresenterebbe un cambio di paradigma nell'approccio alle politiche energetiche, spostando l'attenzione dalla sola tutela dei più fragili alla protezione di una fascia più ampia di popolazione.
Riapertura tutele graduali e transizione verso le rinnovabili
L'emendamento prioritario del PD contiene, in realtà, tre misure distinte che vanno a comporre un pacchetto organico di interventi sul mercato dell'energia. La prima riguarda, appunto,
l'istituzione dell'Acquirente unico statale; la seconda prevede
la riapertura dei termini per accedere al servizio di tutele graduali. Attualmente questo servizio, destinato a esaurirsi il 31 marzo 2027, non consente più a nuovi utenti di aderire: il termine per la richiesta era scaduto il 30 giugno 2025. Molte persone che avrebbero avuto diritto alle tutele si sono, così, trovate automaticamente nel mercato libero. Il PD chiede di riaprire la finestra per le adesioni fino al 31 dicembre 2025, allargando contemporaneamente l'accesso alle famiglie con Isee entro i 20.000
euro e prolungando il periodo di tutela fino al 31 marzo 2028.
La terza misura contenuta nell'emendamento guarda, invece, al futuro energetico del Paese e punta a incentivare l'uso di energie rinnovabili. La proposta prevede di spingere le imprese a sottoscrivere contratti a lungo termine per l'acquisto di energia da fonti pulite, con l'obiettivo ambizioso che entro il 2030 almeno il 65% dell'energia acquistata provenga da fonti rinnovabili. Questa misura si inserisce nel contesto più ampio della transizione ecologica e mira a rendere il sistema energetico italiano più sostenibile, riducendo la dipendenza da fonti fossili e contribuendo agli obiettivi climatici europei.
Dal mercato tutelato al mercato libero: cosa è cambiato
Per comprendere appieno la portata della proposta del Partito Democratico è necessario fare un passo indietro e analizzare l'evoluzione recente del mercato energetico italiano. Il mercato tutelato, che garantiva prezzi dell'energia stabiliti dall'Arera e non dai singoli fornitori, si è concluso definitivamente nel giugno 2024. Da luglio 2024 è entrato in vigore il mercato libero, in cui sono confluiti tutti i consumatori italiani ad eccezione dei vulnerabili, che hanno mantenuto l'accesso al servizio a tutele graduali. Questo passaggio ha generato non poche preoccupazioni tra le famiglie, che si sono trovate a dover scegliere tra decine di offerte diverse, spesso poco trasparenti e con clausole contrattuali complesse.
Inizialmente il PD aveva presentato le proposte in due emendamenti separati, ma - di fronte al vincolo dei 414 emendamenti totali che ciascun partito può segnalare come prioritari - ha deciso di concentrare tutte le misure in un unico emendamento strategico. Questa scelta testimonia l'importanza che il partito attribuisce al tema delle bollette energetiche, considerato centrale per la vita quotidiana di milioni di italiani. Se l'emendamento venisse approvato e inserito nella Legge di Bilancio 2026, si assisterebbe a una vera e propria controriforma del mercato energetico, con il ritorno di una forma di tutela pubblica dopo la completa liberalizzazione del settore. La partita si gioca ora nelle commissioni parlamentari, dove i partiti di maggioranza e opposizione si confronteranno sulle priorità da inserire nella manovra economica.