L'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha proposto una soluzione che potrebbe non piacere ai fumatori italiani, i quali costituiscono il 24% della popolazione. Tuttavia, questo intervento mira a risolvere due problemi importanti: le difficoltà economiche del sistema sanitario e la lotta contro il fumo. Questa misura, quindi, non ha solo una valenza fiscale, ma rappresenta un tentativo concreto di migliorare la salute pubblica.
La proposta prevede un aumento di 5 euro per ogni pacchetto di sigarette venduto, con l'obiettivo di raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro. Questi fondi verrebbero destinati al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e alla prevenzione dei tumori, specialmente quelli al polmone.
Prezzi più alti per ridurre il numero di fumatori
Il fumo è una delle principali cause di morte evitabili in Italia, con circa 93.000 decessi ogni anno legati al tabagismo. Inoltre, il costo per il sistema sanitario è elevatissimo, superando i 26 miliardi di euro all'anno.
I prezzi delle sigarette variano notevolmente tra i paesi europei. In Irlanda e Norvegia, un pacchetto può arrivare a costare 13 euro, mentre nel Regno Unito il prezzo si aggira intorno ai 10 euro. In Germania, il costo medio è di circa 7 euro, mentre in Francia è compreso tra 12 e 12,50 euro. In Italia, il prezzo attuale è tra i più bassi d'Europa, con una media di 6,20 euro per pacchetto. Con l'aumento proposto, l'Italia potrebbe allinearsi ai paesi dell'Europa occidentale con i prezzi più elevati.
Possibile aumento del costo delle sigarette già in Legge di Bilancio 2025
Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, sottolinea che non esiste una quantità di sigarette che possa essere considerata sicura, e quindi è essenziale scoraggiare il consumo. Anche Silvano Gallus, dell'Istituto Mario Negri, concorda sul fatto che l'aumento delle tasse sul tabacco sia uno dei modi più efficaci per limitare l'uso delle sigarette.
Tra coloro che sostengono questa proposta c'è la vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, che ha manifestato l'intenzione di includere questo tema nella prossima Legge di Bilancio.
Anche altre figure politiche, come Beatrice Lorenzin e Marina Sereni del Partito Democratico, appoggiano l'idea. Lorenzin aveva già provato a introdurre una misura simile nel 2014, ma ora spera che le condizioni politiche siano più favorevoli.