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Assegno di mantenimento, potrebbe aumentare se ostenti un tenore di vita alto con le foto sui social: nuova sentenza

Assegno di mantenimento, potrebbe aumentare se ostenti un tenore di vita alto con le foto sui social: nuova sentenza
Alcune tipologie di foto potrebbero costarti caro in tribunale. Una recente sentenza conferma che i social network sono diventati strumenti probatori nelle cause di famiglia, capaci di smascherare chi dichiara poco ma spende molto. Vediamo con quali tipi di foto rischi l’aumento dell’assegno per i figli
I tribunali italiani stanno utilizzando sempre più frequentemente i contenuti pubblicati sui social network come strumento per verificare la reale capacità economica dei genitori nelle cause di separazione. La sentenza 337/21 della Corte d'Appello di Torino ha chiarito in modo definitivo questo principio: quando il tenore di vita mostrato su Facebook o Instagram risulta palesemente incompatibile con i redditi dichiarati al fisco, il giudice può ritenere quelle dichiarazioni inattendibili e procedere di conseguenza.
Nel caso esaminato dalla Corte torinese, un genitore - che dichiarava entrate inferiori ai 24mila euro annui - pubblicava regolarmente fotografie di soggiorni in località esclusive come Capri, Saint-Tropez, Montecarlo e la Versilia, oltre a immagini di viaggi internazionali, cene in ristoranti di alto livello e acquisti in boutiques di lusso. Questi elementi non sono stati considerati semplice ostentazione, ma indicatori concreti di una capacità di spesa effettiva ben superiore a quella ufficialmente dichiarata. Il giudice ha, quindi, stabilito che le risorse economiche reali del genitore erano significativamente più elevate rispetto a quanto risultava dai documenti fiscali, disponendo di conseguenza un aumento dell'assegno di mantenimento per i figli minori.
Questo orientamento giurisprudenziale rappresenta un cambio di prospettiva importante: ciò che viene condiviso pubblicamente sui social media non è più considerato parte della sfera privata intoccabile, ma diventa materiale probatorio utilizzabile in tribunale per valutare la situazione economica reale di una persona.
La nascita di nuovi figli non giustifica automaticamente una riduzione
Un altro aspetto fondamentale chiarito dalla sentenza riguarda l'impatto della nascita di nuovi figli sull'assegno di mantenimento dovuto per i figli di precedenti relazioni. Molti genitori ritengono che avere un altro bambino comporti automaticamente una riduzione dell'obbligo verso i figli precedenti, ma la realtà giuridica è più articolata. Nel caso esaminato dalla Corte d'Appello di Torino, il padre aveva effettivamente avuto un altro figlio da una nuova relazione e aveva richiesto che questo elemento venisse considerato per ridurre l'importo dell'assegno. Tuttavia, il Tribunale ha respinto questa richiesta dopo aver accertato che il genitore disponeva comunque di mezzi economici adeguati, dimostrati dalla presenza di proprietà immobiliari e partecipazioni societarie di valore.
Il principio stabilito è chiaro: la nascita di un nuovo figlio può incidere sull'ammontare dell'assegno solo quando determina una reale e comprovata diminuzione della capacità contributiva del genitore. Non basta quindi invocare genericamente l'aumento delle responsabilità familiari, ma occorre dimostrare concretamente che le risorse disponibili sono effettivamente diminuite, al punto da non poter più sostenere l'obbligo precedente. Il giudice valuta sempre la situazione complessiva del genitore, considerando tutti i suoi beni, redditi e disponibilità finanziarie prima di decidere se e in che misura modificare l'assegno di mantenimento.
L'assegno non serve a uniformare i redditi dei genitori
Un equivoco frequente nelle cause di separazione riguarda la finalità dell'assegno di mantenimento per i figli. La Corte d'Appello di Torino ha ribadito con fermezza che questo strumento non ha lo scopo di riequilibrare le differenze economiche tra i due genitori, ma deve esclusivamente rispondere alle esigenze concrete dei minori, tenendo conto delle capacità contributive di ciascun genitore. Nel caso specifico, la madre richiedeva un aumento molto consistente dell'assegno, ma il Tribunale ha respinto la domanda nella misura richiesta, precisando che due bambini di dieci anni non possono giustificare un costo mensile eccessivamente elevato, anche in presenza di un buon livello economico familiare.
L'assegno deve essere proporzionato ai bisogni reali dei figli: spese per l'istruzione, l'alimentazione, l'abbigliamento, le attività sportive e ricreative, le cure mediche e tutto ciò che serve al loro sviluppo equilibrato. Non può, invece, trasformarsi in uno strumento per avvicinare il tenore di vita del genitore economicamente più debole a quello del genitore più abbiente. Questa distinzione è fondamentale perché protegge entrambe le parti da richieste eccessive o strumentali. Il giudice deve, quindi, compiere un'attenta valutazione caso per caso, considerando da un lato le necessità concrete dei minori in base alla loro età, alle loro abitudini e al contesto sociale in cui vivono, e dall'altro la reale disponibilità economica del genitore obbligato, senza cedere alla tentazione di utilizzare l'assegno come forma di compensazione economica tra ex coniugi.
I social network come strumento di prova: cosa rischia chi pubblica
La sentenza della Corte d'Appello di Torino ha quindi stabilito un precedente importante: le immagini e i contenuti pubblicati sui social network sono elementi probatori validi per determinare la reale capacità economica di un genitore nelle cause di famiglia. Quando un genitore condivide pubblicamente foto di vacanze esotiche, weekend in località esclusive, acquisti di beni di lusso, frequentazione di ristoranti stellati e altri indicatori di uno stile di vita costoso, deve essere consapevole che questi elementi possono essere utilizzati in tribunale. Il giudice non considera queste pubblicazioni come semplice vanità o desiderio di apparire, ma come prove concrete di una capacità di spesa effettiva che deve essere compatibile con i redditi dichiarati. Se emerge una discrepanza significativa tra quanto si dichiara ufficialmente e quanto si mostra di poter spendere, il tribunale può ritenere inattendibili le dichiarazioni fiscali e procedere alla determinazione dell'assegno sulla base di una stima della disponibilità economica reale.
Al contrario di quanto si possa pensare, questo meccanismo non rappresenta una violazione della privacy, poiché i contenuti pubblicati sui social network sono per loro natura pubblici o semi-pubblici, e chi sceglie di condividerli accetta implicitamente che possano essere visti e utilizzati anche in sede legale. Chi è coinvolto in una causa di separazione o di revisione dell'assegno di mantenimento dovrebbe, quindi, valutare attentamente cosa pubblicare online, consapevole che ogni foto di viaggio, ogni immagine di acquisti costosi, ogni indicazione di uno stile di vita agiato può diventare un elemento determinante nella decisione del giudice sull'ammontare dell'assegno da corrispondere per il mantenimento dei figli.


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