Ebbene, sulla base del predetto decreto, l'Ispettorato nazionale del lavoro, a partire dal 1° gennaio 2024 e sino al 31 dicembre 2026, attuerà una specifica attività di vigilanza, con la partecipazione di Carabinieri, INPS e Guardia di Finanza, con lo scopo di contrastare l'irregolare fruizione dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro, andando a scovare coloro che non ne hanno diritto.
In particolare, ex art. 2 del decreto, in cui vengono individuate le strategie di intervento e i risultati attesi, è previsto che gli accertamenti ispettivi e le verifiche amministrative dell'INPS dovranno interessare, nel 2024, un numero di soggetti non inferiore a 5.000, mentre con successivi decreti del Ministero verrà individuato il numero di soggetti da sottoporre a verifica nel 2025 e nel 2026.
L'art. 3 del decreto, invece, prevede che, al fine di definire ulteriori strategie di contrasto all'irregolare percezione dell'ADI e del Supporto per la formazione e il lavoro, l'Ispettorato nazionale del lavoro assicura il coinvolgimento delle organizzazioni di lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale dei settori maggiormente a rischio, nonché delle Amministrazioni territoriali operanti negli ambiti in cui, sulla base dei dati in possesso dell'Ispettorato, si registra il più alto tasso di violazioni concernenti la corretta instaurazione dei rapporti di lavoro.
Per quanto riguarda i requisiti per beneficiare dell’ADI, ricordiamo che possono accedervi le famiglie con almeno una persona minorenne, con disabilità, con più di 60 anni o in condizione di svantaggio e inserita in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione, e che rispettano una serie di requisiti relativi alla cittadinanza e alle condizioni economiche, tra cui un valore ISEE non superiore a 9.360 euro.
Inoltre, per non perdere l’assegno di inclusione, è necessario accettare l’offerta di lavoro presentata, ma non solo. Difatti, sussiste l'obbligo di comunicare qualsiasi eventuale variazione relativa alle condizioni e ai requisiti di accesso alla misura, entro quindici giorni dall’evento modificativo.
A titolo esemplificativo, sono casi di perdita del beneficio economico i seguenti:
- componente del nucleo familiare non si presenta presso i servizi sociali o il servizio per il lavoro competente nel termine fissato, senza un giustificato motivo;
- componente del nucleo familiare non sottoscrive il patto per l’inclusione o il patto di servizio personalizzato, salvi i casi di esonero;
- componente del nucleo familiare non partecipa, senza un giustificato motivo, alle attività formative o alle altre iniziative di politica attiva o di attivazione nei quali è inserito secondo il patto di servizio personalizzato, oppure non rispetta gli impegni concordati con i servizi sociali o non frequenta regolarmente un percorso di istruzione, quando obbligatorio;
- componente del nucleo familiare non accetta, senza giustificato motivo, un’offerta di lavoro con le caratteristiche indicate all’art. 9 del DL Lavoro;
- componente del nucleo familiare non rispetta le previsioni di cui all’articolo 3, commi 7, 8, 10 e 11 oppure effettua comunicazioni mendaci in modo da determinare un beneficio economico maggiore;
- componente del nucleo familiare non presenta una dichiarazione sostitutiva unica (DSU) aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
- componente del nucleo familiare viene trovato, nel corso dei controlli ispettivi svolti dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro, senza averlo comunicato.
Alla luce del decreto pubblicato dal Ministero, e dei controlli che sono previsti per il 2024 e per gli anni successivi, nel caso abbiate fatto richiesta dei predetti benefici e non abbiate più i requisiti o vi siano state variazioni, vi consigliamo di comunicarlo.