Anche per quest’anno sono previste varie misure di sostegno per i disoccupati. Vediamo tutte le indennità e i bonus che spettano a chi si trova senza lavoro.
Cosa spetta ai disoccupati nel 2024?
La normativa (art. 19 d.lgs. 150/2015) precisa che un soggetto si trova in stato di disoccupazione quando è senza lavoro e ha dichiarato la propria immediata disponibilità a cercare e a svolgere un lavoro, secondo modalità definite con i servizi per l’impiego. Infatti, per acquisire formalmente lo “stato di disoccupazione”, è necessaria la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID).
Le misure a favore dei disoccupati si dividono in tre categorie. Facciamo chiarezza.
Peraltro, da quest’anno, non è più previsto il reddito di cittadinanza. Però, come vedremo, se ci sono determinati requisiti, è possibile accedere alle nuove misure introdotte dal Governo: l’assegno di inclusione (ADI) e il supporto formazione e lavoro (SFL).
Innanzitutto, ci sono le indennità di disoccupazione. Si tratta di una misura di sostegno a favore di chi ha perso il lavoro involontariamente. È un aiuto economico per compensare il mancato guadagno in modo proporzionale al reddito da lavoro percepito in precedenza.
L’ordinamento prevede diverse tipologie di indennità di disoccupazione in base al settore di appartenenza e al tipo di contratto del lavoratore.
Per i lavoratori dipendenti c’è la Naspi (prestazione erogata dall’INPS). A tale misura può accedere chi è disoccupato e ha cumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
Quanto alla misura dell’indennità, la Naspi è pari al 75% dello stipendio medio percepito nel periodo di riferimento nel limite di 1.425,21 euro, più il 25% per la restante parte fino ad arrivare ad un massimo di 1.550,42 euro.
Per la durata, la Naspi viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni.
Poi, c’è anche la Dis-Coll: un’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS a favore di collaboratori coordinati e continuativi ed assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio con almeno 1 mese di contribuzione nella Gestione Separata.
Ancora, è previsto il sostegno al reddito Sar (erogato da Forma.Temp) per i disoccupati in somministrazione con almeno uno dei seguenti requisiti:
· essere disoccupato da almeno 45 giorni, con almeno 110 o 90 giorni di lavoro maturati;
· essere disoccupato da almeno 45 giorni e aver concluso la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro).
Oltre alle indennità, per i disoccupati ci sono anche le cc.dd. politiche attive: ossia, percorsi che dovrebbero favorire il reimpiego del soggetto, con il riconoscimento di un aiuto economico per il periodo di partecipazione a quest’attività.
Ricordiamo l’assegno di inclusione (ADI). È un aiuto corrisposto ai nuclei familiari fragili: ossia, quelli con un componente disabile o un minore o con più di 60 anni o in condizione di svantaggio e inserito in un programma dei servizi socio-sanitari del territorio. Per accedere a questo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di formazione e inclusione per il collocamento nel lavoro, tramite patto di attivazione digitale (PAD).
Ancora, c’è il Supporto formazione lavoro (SFL). Si tratta di una misura prevista per coloro che sono considerati “occupabili”, ma non possono accedere all’ADI. Questo sostegno è corrisposto al singolo componente del nucleo familiare. Anche in questo caso, i beneficiari devono partecipare a percorsi formativi e progetti per la riqualificazione professionale.
Attenzione perché il SFL non è compatibile con la Naspi.
Infine, bisogna sottolineare che, anche nel caso di disoccupazione, il soggetto può accedere a misure che gli sarebbero state riconosciute nel corso del lavoro. Ad esempio, l’indennità di malattia è riconosciuta in caso di disoccupazione, pur se in misura e con condizioni diverse.
Cosa spetta ai disoccupati nel 2024?
La normativa (art. 19 d.lgs. 150/2015) precisa che un soggetto si trova in stato di disoccupazione quando è senza lavoro e ha dichiarato la propria immediata disponibilità a cercare e a svolgere un lavoro, secondo modalità definite con i servizi per l’impiego. Infatti, per acquisire formalmente lo “stato di disoccupazione”, è necessaria la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID).
Le misure a favore dei disoccupati si dividono in tre categorie. Facciamo chiarezza.
Peraltro, da quest’anno, non è più previsto il reddito di cittadinanza. Però, come vedremo, se ci sono determinati requisiti, è possibile accedere alle nuove misure introdotte dal Governo: l’assegno di inclusione (ADI) e il supporto formazione e lavoro (SFL).
Innanzitutto, ci sono le indennità di disoccupazione. Si tratta di una misura di sostegno a favore di chi ha perso il lavoro involontariamente. È un aiuto economico per compensare il mancato guadagno in modo proporzionale al reddito da lavoro percepito in precedenza.
L’ordinamento prevede diverse tipologie di indennità di disoccupazione in base al settore di appartenenza e al tipo di contratto del lavoratore.
Per i lavoratori dipendenti c’è la Naspi (prestazione erogata dall’INPS). A tale misura può accedere chi è disoccupato e ha cumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
Quanto alla misura dell’indennità, la Naspi è pari al 75% dello stipendio medio percepito nel periodo di riferimento nel limite di 1.425,21 euro, più il 25% per la restante parte fino ad arrivare ad un massimo di 1.550,42 euro.
Per la durata, la Naspi viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni.
Poi, c’è anche la Dis-Coll: un’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS a favore di collaboratori coordinati e continuativi ed assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio con almeno 1 mese di contribuzione nella Gestione Separata.
Ancora, è previsto il sostegno al reddito Sar (erogato da Forma.Temp) per i disoccupati in somministrazione con almeno uno dei seguenti requisiti:
· essere disoccupato da almeno 45 giorni, con almeno 110 o 90 giorni di lavoro maturati;
· essere disoccupato da almeno 45 giorni e aver concluso la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro).
Oltre alle indennità, per i disoccupati ci sono anche le cc.dd. politiche attive: ossia, percorsi che dovrebbero favorire il reimpiego del soggetto, con il riconoscimento di un aiuto economico per il periodo di partecipazione a quest’attività.
Ricordiamo l’assegno di inclusione (ADI). È un aiuto corrisposto ai nuclei familiari fragili: ossia, quelli con un componente disabile o un minore o con più di 60 anni o in condizione di svantaggio e inserito in un programma dei servizi socio-sanitari del territorio. Per accedere a questo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di formazione e inclusione per il collocamento nel lavoro, tramite patto di attivazione digitale (PAD).
Ancora, c’è il Supporto formazione lavoro (SFL). Si tratta di una misura prevista per coloro che sono considerati “occupabili”, ma non possono accedere all’ADI. Questo sostegno è corrisposto al singolo componente del nucleo familiare. Anche in questo caso, i beneficiari devono partecipare a percorsi formativi e progetti per la riqualificazione professionale.
Attenzione perché il SFL non è compatibile con la Naspi.
Infine, bisogna sottolineare che, anche nel caso di disoccupazione, il soggetto può accedere a misure che gli sarebbero state riconosciute nel corso del lavoro. Ad esempio, l’indennità di malattia è riconosciuta in caso di disoccupazione, pur se in misura e con condizioni diverse.