Il risultato è un aumento significativo delle richieste di chiarimenti e controlli formali da parte del Fisco. La maggior parte dei contribuenti percepisce il quadro RS come un insieme di informazioni accessorie, prive di impatto sul reddito imponibile. Tuttavia, ciò induce molti contribuenti a tralasciare o semplificare eccessivamente la compilazione, generando omissioni che l’amministrazione finanziaria può interpretare come indizi di incompletezza o incoerenza.
Il regime forfettario si basa su un’imposizione calcolata applicando un coefficiente di redditività ai compensi percepiti, senza considerare i costi effettivi. Il quadro RS nasce con la finalità di conoscere la struttura economica dell’attività svolta, fornendo all’Agenzia delle Entrate informazioni statistiche, settoriali e gestionali che consentano di monitorare il tessuto produttivo e intercettare eventuali anomalie.
I controlli non riguardano dunque la deducibilità dei costi, ma la mancata indicazione dei dati richiesti. Un rigo lasciato vuoto, un valore non riportato o un consumo non indicato possono far scattare richieste di chiarimento. Non è necessario un sospetto di evasione, in quanto la dichiarazione risulta incompleta dal punto di vista informativo.
Per i contribuenti che svolgono attività d’impresa con partita IVA in regime forfettario, il quadro RS della dichiarazione dei redditi 2025 contiene una serie di righi che richiedono informazioni dettagliate sul funzionamento dell’attività.
Uno dei primi elementi da riportare riguarda i mezzi utilizzati. Nel rigo RS375 deve essere indicato il numero complessivo di veicoli e strumenti di trasporto impiegati nell’attività alla chiusura dell’anno d’imposta. Non si tratta soltanto di mezzi intestati all’impresa, ma di qualsiasi veicolo utilizzato, indipendentemente dalla forma di detenzione.
Un altro dato rilevante è quello richiesto nel rigo RS376, relativo ai costi sostenuti per l’acquisto di materie prime, merci, semilavorati e di tutti quei servizi che risultano strettamente connessi alla produzione dei ricavi. Sebbene questi costi non incidano sul calcolo dell’imposta forfettaria, la loro indicazione consente all’Agenzia di comprendere la tipologia dell’attività e le sue dinamiche economiche.
La dichiarazione deve inoltre riportare le spese per il godimento di beni di terzi, attraverso il rigo RS377, che include canoni di locazione, leasing finanziari e non finanziari, noleggi, affitti d’azienda, nonché compensi per royalties o concessioni.
Infine, il rigo RS378 richiede l’indicazione dell’ammontare delle spese sostenute per il carburante destinato ai mezzi impiegati nell’attività. Anche in presenza di consumi minimi, il dato va riportato perché rappresenta un parametro di coerenza tra l’attività esercitata e i suoi fabbisogni operativi.
Per chi esercita un’attività professionale (avvocati, consulenti, architetti, informatici e altri lavoratori autonomi), il quadro RS prevede un ulteriore adempimento. Nel rigo RS381 devono essere indicati i consumi annuali relativi ai servizi indispensabili allo svolgimento dell’attività.
Rientrano in questa voce i servizi telefonici, compresi quelli accessori, i consumi di energia elettrica utilizzata per l’attività professionale e i carburanti o lubrificanti destinati esclusivamente alla trazione dei veicoli impiegati per motivi di lavoro. Anche in presenza di attività svolta da casa o di utilizzo promiscuo delle utenze, la normativa richiede di riportare comunque l’importo attribuibile all’attività, affinché la dichiarazione presenti un quadro completo dei consumi.
Per ridurre il rischio di controlli è consigliabile:
- assicurarsi che ogni rigo sia compilato, anche quando gli importi sono minimi;
- evitare contraddizioni tra quanto indicato nel quadro RS e le caratteristiche dell’attività dichiarata;
- raccogliere preventivamente la documentazione relativa alle spese riportate;
- verificare la coerenza complessiva della dichiarazione, soprattutto nei casi di uso promiscuo di beni e utenze.