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Agenzia delle Entrate, nuove regole per la residenza fiscale, adesso basta il domicilio anche senza residenza: i dettagli

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Agenzia delle Entrate, nuove regole per la residenza fiscale, adesso basta il domicilio anche senza residenza: i dettagli
Circolare dell'Agenzia delle Entrate in tema di residenza fiscale: tutto quello che devi sapere
In questi giorni si parla tanto di residenza fiscale, in seguito a nuove regole introdotte in materia. Se non sei aggiornato sull'argomento, ti consigliamo di proseguire nella lettura.

Con la recentissima circolare n. 20/E, l’Agenzia delle Entrate ha illustrato gli effetti delle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 209/2023, ossia il Decreto fiscalità internazionale, in materia di residenza fiscale di persone fisiche, società ed enti.

Sulla base delle modifiche introdotte, si considerano residenti in Italia le persone fisiche che, per la maggior parte dell’anno d'imposta, hanno il domicilio nel territorio dello Stato. Il concetto di "domicilio" - però - cambia, assumendo rilievo le relazioni personali e familiari.
Di conseguenza, sono residenti nel paese coloro che, per la maggior parte dell'anno, ossia per 183 giorni (da elevarsi a 184 giorni nel caso degli anni bisestili), sviluppano in Italia relazioni personali e familiari.
Tra le “relazioni personali e familiari” rientrano, per quanto si ritiene, non soltanto i rapporti tipizzati come matrimonio e unione civile, ma anche le altre relazioni connotate da stabilità, quali le convivenze di fatto.

Non è rilevante, quindi, che si abbia la residenza fisica o il domicilio fiscale in Italia, in quanto ciò che conta è la permanenza. E questo rileva, in particolare, nel caso dei lavoratori in smart working, i quali, se sono nel Paese per la maggior parte del periodo d’imposta, dovranno pagare qui le tasse, in quanto considerati fiscalmente residenti in Italia, indipendentemente dalla sussistenza o meno di altri criteri di collegamento quali residenza civilistica, domicilio, iscrizione anagrafica.

E per quanto riguarda le società? Sulla base delle nuove regole, società ed enti sono considerati "residenti" quando hanno la sede legale o la sede di direzione effettiva o la gestione ordinaria in via principale in Italia per la maggior parte del periodo di imposta.
Tali tre criteri sono alternativi, come chiarisce l'Agenzia delle Entrate nel proprio comunicato.
In particolare, quindi, rispetto al passato, il presupposto della sede dell’amministrazione viene declinato nei concetti della sede di direzione effettiva e della gestione ordinaria in via principale. Non è più considerato, quindi, come criterio per stabilire la residenza, “l’oggetto principale”.

Ma da quando trovano applicazione le nuove regole?
Queste troveranno applicazione, per le persone fisiche, a partire dall'anno di imposta 2024.
Per quanto riguarda società ed enti, l'Agenzia delle Entrate specifica che tali previsioni sono in vigore dal 1° gennaio 2024 per società ed enti aventi l’esercizio coincidente con l’anno solare mentre, rispetto a quelli per cui l’esercizio non coincide con l’anno solare, la determinazione della residenza sulla base dei nuovi criteri è efficace dal periodo successivo a quello in corso al 29 dicembre 2023.


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