In questo contesto, oltre a costituire un importante precedente, non potrà che gettare ulteriore benzina sul fuoco una recentissima decisione del Consiglio di Stato - la sentenza n. 2928 - secondo cui:
- le amministrazioni locali, con specifico regolamento e per motivi legati ad es. all'overtourism, non possono limitare, ostacolare o impedire che i privati cittadini concedano l'utilizzo di un loro immobile con la formula della locazione breve turistica, a meno che l'attività non si connoti dal lato imprenditoriale, riconducendosi a quella tipica delle strutture ricettive (case vacanza);
- non esiste una legge dello Stato che disciplina le locazioni brevi private e non c'è alcuna norma che attribuisce questo compito agli enti locali.
In particolare, la sentenza del Consiglio di Stato rimarca che - nell'odierno quadro normativo - tale attività di locazione svolta in modo non imprenditoriale, costituendo manifestazione di un "atto dispositivo dell’immobile, riconducibile al diritto del proprietario ed alla libertà contrattuale, non ricade nell’ambito dell’articolo 19 della legge n. 241 del 1990 e non è soggetta a poteri prescrittivi ed inibitori della pubblica amministrazione". I giudici sostanzialmente concludono che il tentativo comunale di regolare il fenomeno delle locazioni turistiche è vano perché non c’è una competenza stabilita per legge.
Inoltre, il provvedimento del CdS rimarca come, sia sul piano nazionale che regionale, le locazioni brevi turistiche non possono essere equiparate alle attività delle strutture ricettive e - anzi - vanno distinte perché si riferiscono a immobili che non fanno parte di quest'ultima categoria e non sono soggette alla relativa disciplina. L'attività di locazione turistica, esercitata in forma non imprenditoriale, non rientra perciò nel raggio d'azione dei poteri di inibizione di un Comune.
Concludendo, il maggior organo della giustizia amministrativa di Stato - con la sentenza n. 2928/2025 - traccia un rilevante precedente in materia di affitti brevi e, oltre a dare un duro colpo agli enti locali che stanno provando a regolare il fenomeno, dall'altro apre il varco a una serie di possibili ricorsi dei proprietari di case.