(massima n. 1)
La risoluzione per impossibilità sopravvenuta, analogamente a tutte le ipotesi (risoluzione per inadempimento, annullamento) in cui vengono meno dopo la costituzione del rapporto lo stesso fondamento e causa dell'obbligazione, è pur sempre caratterizzata da un elemento sopravvenuto alla formazione del vincolo obbligatorio, il quale, impedendone l'attuazione ed incidendo sul sinallagma funzionale del rapporto, è riconducibile, negli effetti, alle suindicate ipotesi di sopravvenuta mancanza di causa dell'obbligazione. Consegue che l'offerta del venditore di adempiere la propria prestazione, avente ad oggetto merce colpita da sequestro penale, risultando in aperto contrasto con l'inderogabile provvedimento del giudice penale, implicante l'assoluta incommerciabilità della merce ed escludente la facoltà dell'acquirente di disporne liberamente, non può considerarsi idonea - nel vigore di quel provvedimento, e sino alla sua revoca - per ritenere tuttora operante la causa del rapporto e quindi valida la pretesa del venditore stesso di ottenere l'adempimento della controprestazione, cui il compratore si era obbligato nella presupposta commerciabilità della merce compravenduta.