AUTORE:
Stefano Morana
ANNO ACCADEMICO: 2024
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Palermo
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Le tecnologie di profilazione sono definite come forme di trattamento automatizzato di dati personali finalizzate a valutare, analizzare o prevedere determinati aspetti di una persona quali salute, rendimento professionale, situazione economica, preferenze e spostamenti. Tali strumenti hanno acquisito un interesse rilevante da parte dei giuristi in conseguenza del loro ingresso in numerosi ambiti della società dove sono adoperati per l’esecuzione di compiti sempre più complessi. Caratterizzati da un funzionamento criptico e una notevole invasività nei diritti della sfera individuale, rappresentano un potenziale rischio per la tutela delle libertà personali.
In questo contesto, il diritto alla riservatezza assume una significativa centralità, come contraltare ai pericoli sopra esposti.
La disciplina prevista dal "GDPR" (Regolamento generale sulla protezione dei dati) costituisce il punto di partenza dell’analisi.
L’obiettivo dell’elaborato è fornire un’ampia visione dell’attuale tessuto normativo europeo e nazionale e dei più rilevanti interventi di modifica succedutisi negli anni, nonché delle prospettive di riforma, sull’uso dei dati personali con tecnologie di automatizzazione che operano in assenza, o quasi, di intervento umano.
Particolare attenzione è stata rivolta alla tutela del minore, un tema trasversale e ricorrente nell’ambito di questa ricerca. L’analisi della disciplina legislativa ha tratto un apporto essenziale dai preziosi contributi della dottrina, anche più risalenti, dallo studio dei quali è stato possibile apprezzare i differenti punti di vista sviluppati negli anni in rapporto ai vari stadi del progresso tecnologico.
Dalla comparazione con la letteratura giuridica dei più noti autori d’oltreoceano sono emersi, inoltre, i distinti approcci alla privacy da parte degli ordinamenti esterni all’Unione Europea. Lo studio della materia non può prescindere dall’analisi delle numerose pronunce delle corti comunitarie e nazionali e dagli atti di soft law, che hanno contribuito a delineare principi di diritto poi divenuti regole imperative per tutti gli Stati membri influenzando l’attività normativa.
La parte finale del lavoro è stata dedicata all’approfondimento delle applicazioni delle suddette tecnologie in specifici ambiti quali giustizia e sicurezza, rappresentanza democratica ed economia di mercato. Sebbene l’uso dei processi automatizzati in tali settori abbia destato timori anche nell’opinione pubblica, le trasformazioni radicali che ne sono derivate hanno cambiato la natura e il modo in cui essi vengono regolati. Quintessenza dei trattamenti automatizzati, negli ultimi anni si è tornato a discutere di intelligenza artificiale (I.A.). Questo tema, in passato relegato alla letteratura fantascientifica, è oggi realtà concreta e di utilizzo sempre più frequente. Recentemente, l’EU AI Act, approvato in seno agli organi dell’Unione Europea, è divenuto la prima regolamentazione al mondo del fenomeno ed è destinato a ispirare altri legislatori ancora privi di un’apposita disciplina.
In conclusione, mentre ci troviamo ancora in una fase embrionale dello sviluppo delle tecnologie qui analizzate, la disciplina europea offre un tessuto normativo flessibile che si adatta alle trasformazioni digitali che approdano via via nel mercato mettendo a dura prova le regole esistenti.
La sfida per il legislatore è quella di bilanciare l’innovazione e l’ingresso dei nuovi strumenti con la tutela dei diritti e dei valori finora riconosciuti in ambito comunitario, senza chiudersi alle opportunità offerte nascondendosi dietro un atteggiamento luddista.
In questo contesto, il diritto alla riservatezza assume una significativa centralità, come contraltare ai pericoli sopra esposti.
La disciplina prevista dal "GDPR" (Regolamento generale sulla protezione dei dati) costituisce il punto di partenza dell’analisi.
L’obiettivo dell’elaborato è fornire un’ampia visione dell’attuale tessuto normativo europeo e nazionale e dei più rilevanti interventi di modifica succedutisi negli anni, nonché delle prospettive di riforma, sull’uso dei dati personali con tecnologie di automatizzazione che operano in assenza, o quasi, di intervento umano.
Particolare attenzione è stata rivolta alla tutela del minore, un tema trasversale e ricorrente nell’ambito di questa ricerca. L’analisi della disciplina legislativa ha tratto un apporto essenziale dai preziosi contributi della dottrina, anche più risalenti, dallo studio dei quali è stato possibile apprezzare i differenti punti di vista sviluppati negli anni in rapporto ai vari stadi del progresso tecnologico.
Dalla comparazione con la letteratura giuridica dei più noti autori d’oltreoceano sono emersi, inoltre, i distinti approcci alla privacy da parte degli ordinamenti esterni all’Unione Europea. Lo studio della materia non può prescindere dall’analisi delle numerose pronunce delle corti comunitarie e nazionali e dagli atti di soft law, che hanno contribuito a delineare principi di diritto poi divenuti regole imperative per tutti gli Stati membri influenzando l’attività normativa.
La parte finale del lavoro è stata dedicata all’approfondimento delle applicazioni delle suddette tecnologie in specifici ambiti quali giustizia e sicurezza, rappresentanza democratica ed economia di mercato. Sebbene l’uso dei processi automatizzati in tali settori abbia destato timori anche nell’opinione pubblica, le trasformazioni radicali che ne sono derivate hanno cambiato la natura e il modo in cui essi vengono regolati. Quintessenza dei trattamenti automatizzati, negli ultimi anni si è tornato a discutere di intelligenza artificiale (I.A.). Questo tema, in passato relegato alla letteratura fantascientifica, è oggi realtà concreta e di utilizzo sempre più frequente. Recentemente, l’EU AI Act, approvato in seno agli organi dell’Unione Europea, è divenuto la prima regolamentazione al mondo del fenomeno ed è destinato a ispirare altri legislatori ancora privi di un’apposita disciplina.
In conclusione, mentre ci troviamo ancora in una fase embrionale dello sviluppo delle tecnologie qui analizzate, la disciplina europea offre un tessuto normativo flessibile che si adatta alle trasformazioni digitali che approdano via via nel mercato mettendo a dura prova le regole esistenti.
La sfida per il legislatore è quella di bilanciare l’innovazione e l’ingresso dei nuovi strumenti con la tutela dei diritti e dei valori finora riconosciuti in ambito comunitario, senza chiudersi alle opportunità offerte nascondendosi dietro un atteggiamento luddista.