AUTORE:
Federico Borzelli
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La presente tesi di laurea è il risultato di uno studio volto a fornire una panoramica della class action in due ordinamenti: quello statunitense e quello italiano alla luce della recente riforma. Al fine di operare un’analisi dettagliata, la disamina si è incentrata sui principali fattori che, a mio sommesso avviso, hanno elevato l’azione di classe statunitense ad uno strumento di successo ponendoli, appunto, a confronto con le diversità volute dal legislatore nostrano.
La tesi, strutturata seguendo un rigoroso ordine cronologico, si articola in tre capitoli.
Il primo capitolo, inizialmente, presenta un excursus delle origini e della evoluzione della class action, sino alla emanazione della Federal Rule 23. Successivamente, sono stati approfonditi gli aspetti procedurali più caratterizzanti del giudizio collettivo statunitense, tra cui la disciplina concernente: i soggetti attivi e passivi; i criteri di ammissibilità; l’esecuzione della sentenza e gli accordi di natura transattiva, per poi rivolgere, infine, lo studio su un cause célèbre, ovvero il Johnson&Johnson lawsuit.
Nel secondo capitolo, l’attenzione è stata posta sull’azione di classe italiana, iniziando l’analisi dal passaggio dell’azione di classe dal modello consumeristico a quello confluito nel codice di procedura civile.
Nel prosieguo, oltre ad un approfondimento sul requisito dell’omogeneità e la possibilità di riconoscimento dei danni punitivi in Italia, è stata fatta un’analisi degli aspetti procedurali più salienti, ovvero: la posizione dei soggetti coinvolti; i criteri di ammissibilità; la fase istruttoria; la doppia fase di adesione; la liquidazione delle somme spettanti agli aderenti e gli accordi di natura transattiva. Infine, come nel primo capitolo, è stata posta l’attenzione su un caso (del modello consumeristico), ovvero la class action che ha coinvolto il noto istituto bancario Intesa San Paolo.
Nel terzo capitolo ha avuto luogo una minuziosa analisi comparatistica dei due modelli, tenendo conto dell’assenza dei danni punitivi, della mancata adozione del sistema di opt out nella legge 12 aprile del 2019, n. 31 e del ruolo fondamentale che giocano gli avvocati nella class action statunitense.
In aggiunta, oltre ad un paragone del rapporto tra azione individuale e azione di classe nei due ordinamenti, è stato operato un confronto sugli aspetti procedurali analizzati nei primi due capitoli, ponendo particolare attenzione alla posizione delle parti, ai criteri di ammissibilità, al ruolo del giudice e agli accordi transattivi. Infine, è stata affrontata un’analisi sulle prospettive della nuova riforma italiana tenendo conto della nuova direttiva UE n. 1828 del 2020.
La tesi, strutturata seguendo un rigoroso ordine cronologico, si articola in tre capitoli.
Il primo capitolo, inizialmente, presenta un excursus delle origini e della evoluzione della class action, sino alla emanazione della Federal Rule 23. Successivamente, sono stati approfonditi gli aspetti procedurali più caratterizzanti del giudizio collettivo statunitense, tra cui la disciplina concernente: i soggetti attivi e passivi; i criteri di ammissibilità; l’esecuzione della sentenza e gli accordi di natura transattiva, per poi rivolgere, infine, lo studio su un cause célèbre, ovvero il Johnson&Johnson lawsuit.
Nel secondo capitolo, l’attenzione è stata posta sull’azione di classe italiana, iniziando l’analisi dal passaggio dell’azione di classe dal modello consumeristico a quello confluito nel codice di procedura civile.
Nel prosieguo, oltre ad un approfondimento sul requisito dell’omogeneità e la possibilità di riconoscimento dei danni punitivi in Italia, è stata fatta un’analisi degli aspetti procedurali più salienti, ovvero: la posizione dei soggetti coinvolti; i criteri di ammissibilità; la fase istruttoria; la doppia fase di adesione; la liquidazione delle somme spettanti agli aderenti e gli accordi di natura transattiva. Infine, come nel primo capitolo, è stata posta l’attenzione su un caso (del modello consumeristico), ovvero la class action che ha coinvolto il noto istituto bancario Intesa San Paolo.
Nel terzo capitolo ha avuto luogo una minuziosa analisi comparatistica dei due modelli, tenendo conto dell’assenza dei danni punitivi, della mancata adozione del sistema di opt out nella legge 12 aprile del 2019, n. 31 e del ruolo fondamentale che giocano gli avvocati nella class action statunitense.
In aggiunta, oltre ad un paragone del rapporto tra azione individuale e azione di classe nei due ordinamenti, è stato operato un confronto sugli aspetti procedurali analizzati nei primi due capitoli, ponendo particolare attenzione alla posizione delle parti, ai criteri di ammissibilità, al ruolo del giudice e agli accordi transattivi. Infine, è stata affrontata un’analisi sulle prospettive della nuova riforma italiana tenendo conto della nuova direttiva UE n. 1828 del 2020.