AUTORE:
Alessandro Guastella
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: UKE - Universitą Kore di Enna
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
L’elaborato si propone di analizzare la circolazione dei modelli di divorzio nelle varie esperienze europee, soffermandosi sia su questioni di carattere comparatistico che di natura internazional-privatistica, cogliendone gli aspetti più interessanti e rilevanti, attraverso due metodologie di analisi.
Da un lato, si necessita dell’ottica del comparatista che, attraverso un metodo comparatistico di natura funzionalista, ci consente di sviscerare la reale funzione delle regole che disciplinano l’istituto del divorzio e di effettuarne una comparazione anche in una prospettiva di armonizzazione.
Dall’altro, non si può tralasciare un’indagine internazional-privatistica, che ci consente di focalizzare l’attenzione sui metodi di coordinamento tra ordinamenti, sui regolamenti e sulle soluzioni giurisprudenziali tendenti a risolvere le sempre più frequenti situazioni divorzili delle cross-border families.
Tale indagine fa emergere la necessità, avvertita a livello internazionale, di affiancare al processo di armonizzazione l’applicazione delle norme di diritto internazionale privato e processuale.
Dopo un breve excursus storico, il primo capitolo propone un’analisi storico-comparativa in cui si esplicano le vie di diffusione percorse dai vari modelli di divorzio nel quadro europeo, con particolare attenzione all’evoluzione dei singoli modelli.
Ci si sofferma anche sulla penetrazione dei modelli di divorzio in alcune esperienze specifiche che, in ragione delle loro peculiarità, attraggono l’interesse dei comparatisti. Vengono anche analizzate le conseguenze patrimoniali del divorzio, mettendone in evidenza i profili convergenti e divergenti.
Il lavoro offre anche un quadro generale relativo alla c.d. “de-giurisdizionalizzazione”.
Nel secondo capitolo si affronta il tema dei progetti europei di armonizzazione, in particolare quello della Commission on European Family Law (CEFL).
La disamina di tali lavori è necessaria ai fini dell’analisi, in quanto la questione della c.d. “armonizzazione del diritto europeo di famiglia” assume un ruolo centrale nel dibattito istituzionale e dottrinale, tenuto conto che il numero di coppie internazionali è in aumento così come i relativi divorzi transfrontalieri.
L’analisi dei Principles of European family law (PEFL), focalizzandosi su quelli relativi al divorzio, ci consente di riflettere sulle discrasie riscontrabili nei vari Paesi europei, identificando in tal modo delle linee convergenti e, in alcuni casi, un “common core”. Si analizzano anche le critiche metodologiche mosse alla Commissione al fine di cogliere gli aspetti più controversi su cui la dottrina comparatistica dibatte, prospettando così un ragionamento critico in merito.
Dall’analisi internazional-privatistica, svolta nel terzo capitolo, si può comprendere come la nascita dell’Unione Europea, che porta con sé il mercato unico e la libera circolazione che ne deriva, rappresenti un ulteriore elemento d’impatto nella materia, anche alla luce degli interventi di armonizzazione.
Il lavoro passa quindi alla disamina del Regolamento (UE) n. 1259/2010, che pare coniughi tale necessità nell’ottica della valorizzazione dello status personale e dei diritti acquisiti sul territorio dell’Unione, mediante un’applicazione ponderata dei principi a tutela dei diritti fondamentali.
Lo scritto tenta poi di dimostrare come il regolamento determini un meccanismo che potrebbe pregiudicare gli interessi delle parti, rendendo, ad esempio, applicabile una disciplina nazionale più restrittiva.
Volendo offrire una visione d’insieme, si può concludere che i diversi attori (dottrina e Stati membri) perseguano la strada dell’armonizzazione nell’ottica di prevedere un quadro giuridico omogeneo che sia idoneo a garantire ai coniugi la certezza, la prevedibilità e la flessibilità del diritto.
Dai risultati raggiunti si può affermare che, nel corso della storia, la disciplina del divorzio sia stata oggetto di numerose innovazioni, le quali hanno determinato una pluralità di modelli, influenzati da fattori religiosi, economici e sociali che hanno impattato sulla loro concreta circolazione nelle varie esperienze europee, comportando una differente ricezione dello stesso declinandolo differentemente in funzione delle diverse esigenze sociali.
Di certo, le differenze non possono essere eliminate mediante la semplice unificazione di regole e principi, in quanto gli Stati desistono nel cedere la loro sovranità in materia familiare.
Nonostante ciò, il processo di armonizzazione intrapreso dagli Stati membri e dalla dottrina comparatistica ha prodotto risultati ammirevoli, che hanno incoraggiato una maggiore tutela delle cross-border families, impattando positivamente sulla risoluzione della crisi coniugale.
Da un lato, si necessita dell’ottica del comparatista che, attraverso un metodo comparatistico di natura funzionalista, ci consente di sviscerare la reale funzione delle regole che disciplinano l’istituto del divorzio e di effettuarne una comparazione anche in una prospettiva di armonizzazione.
Dall’altro, non si può tralasciare un’indagine internazional-privatistica, che ci consente di focalizzare l’attenzione sui metodi di coordinamento tra ordinamenti, sui regolamenti e sulle soluzioni giurisprudenziali tendenti a risolvere le sempre più frequenti situazioni divorzili delle cross-border families.
Tale indagine fa emergere la necessità, avvertita a livello internazionale, di affiancare al processo di armonizzazione l’applicazione delle norme di diritto internazionale privato e processuale.
Dopo un breve excursus storico, il primo capitolo propone un’analisi storico-comparativa in cui si esplicano le vie di diffusione percorse dai vari modelli di divorzio nel quadro europeo, con particolare attenzione all’evoluzione dei singoli modelli.
Ci si sofferma anche sulla penetrazione dei modelli di divorzio in alcune esperienze specifiche che, in ragione delle loro peculiarità, attraggono l’interesse dei comparatisti. Vengono anche analizzate le conseguenze patrimoniali del divorzio, mettendone in evidenza i profili convergenti e divergenti.
Il lavoro offre anche un quadro generale relativo alla c.d. “de-giurisdizionalizzazione”.
Nel secondo capitolo si affronta il tema dei progetti europei di armonizzazione, in particolare quello della Commission on European Family Law (CEFL).
La disamina di tali lavori è necessaria ai fini dell’analisi, in quanto la questione della c.d. “armonizzazione del diritto europeo di famiglia” assume un ruolo centrale nel dibattito istituzionale e dottrinale, tenuto conto che il numero di coppie internazionali è in aumento così come i relativi divorzi transfrontalieri.
L’analisi dei Principles of European family law (PEFL), focalizzandosi su quelli relativi al divorzio, ci consente di riflettere sulle discrasie riscontrabili nei vari Paesi europei, identificando in tal modo delle linee convergenti e, in alcuni casi, un “common core”. Si analizzano anche le critiche metodologiche mosse alla Commissione al fine di cogliere gli aspetti più controversi su cui la dottrina comparatistica dibatte, prospettando così un ragionamento critico in merito.
Dall’analisi internazional-privatistica, svolta nel terzo capitolo, si può comprendere come la nascita dell’Unione Europea, che porta con sé il mercato unico e la libera circolazione che ne deriva, rappresenti un ulteriore elemento d’impatto nella materia, anche alla luce degli interventi di armonizzazione.
Il lavoro passa quindi alla disamina del Regolamento (UE) n. 1259/2010, che pare coniughi tale necessità nell’ottica della valorizzazione dello status personale e dei diritti acquisiti sul territorio dell’Unione, mediante un’applicazione ponderata dei principi a tutela dei diritti fondamentali.
Lo scritto tenta poi di dimostrare come il regolamento determini un meccanismo che potrebbe pregiudicare gli interessi delle parti, rendendo, ad esempio, applicabile una disciplina nazionale più restrittiva.
Volendo offrire una visione d’insieme, si può concludere che i diversi attori (dottrina e Stati membri) perseguano la strada dell’armonizzazione nell’ottica di prevedere un quadro giuridico omogeneo che sia idoneo a garantire ai coniugi la certezza, la prevedibilità e la flessibilità del diritto.
Dai risultati raggiunti si può affermare che, nel corso della storia, la disciplina del divorzio sia stata oggetto di numerose innovazioni, le quali hanno determinato una pluralità di modelli, influenzati da fattori religiosi, economici e sociali che hanno impattato sulla loro concreta circolazione nelle varie esperienze europee, comportando una differente ricezione dello stesso declinandolo differentemente in funzione delle diverse esigenze sociali.
Di certo, le differenze non possono essere eliminate mediante la semplice unificazione di regole e principi, in quanto gli Stati desistono nel cedere la loro sovranità in materia familiare.
Nonostante ciò, il processo di armonizzazione intrapreso dagli Stati membri e dalla dottrina comparatistica ha prodotto risultati ammirevoli, che hanno incoraggiato una maggiore tutela delle cross-border families, impattando positivamente sulla risoluzione della crisi coniugale.