Se c'è un argomento di cui gli italiani possono dirsi esperti, questo è sicuramente il Superbonus. Ne sentiamo parlare in continuazione, sembra che tutti trovino il modo di beneficiare di questa agevolazione. Insomma, se non sai di cosa si tratta, di sicuro vivi sulla luna. O perlomeno fuori dall'Italia.
In poche parole, ricordiamo che, come riportato anche sul sito dell'Agenzia delle Entrate, si tratta di un’agevolazione fiscale, disciplinata dall’art.
119 del decreto legge n. 34/2020, il cosiddetto "decreto Rilancio", che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute, a partire dal 1° luglio 2020, per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici.
Quando si parla di Superbonus, le novità non finiscono mai.
Come dicevamo, tutti noi abbiamo usufruito o conosciamo qualcuno che ha usufruito del superbonus, eppure sembra ci sia il rischio che il Fisco chieda, a chi ha già usufruito dell'agevolazione, di restituire il 110 percento.
Ma perché?
In pratica, per ottenere l'agevolazione, bisognava naturalmente rispettare dei requisiti. In particolare, era necessario il "doppio salto di classe energetica".
In parole semplici, per ottenere il bonus, i lavori compiuti dovevano portare al miglioramento della prestazione energetica degli edifici di almeno due classi energetiche.
Esempio: i lavori sono su un immobile di categoria “G”? Allora attraverso i lavori l'immobile dovrà raggiungere almeno la categoria “E”.
Stabilita la regola, però, è necessario capire cosa succede a chi non la rispetta. Molto semplice, la detrazione va restituita, anche se è stata scontata in fattura.
Onde evitare ciò, sembra che il Governo si stia attrezzando e che abbia pronta una sorta di sanatoria, bloccando sul nascere eventuali accertamenti.
Tuttavia, c'è chi non pare convinto, come il Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ostile a qualsiasi previsione sul Superbonus che finisca per aumentare la spesa a carico dei conti pubblici.
In merito al Superbonus, si è parlato molto di proroghe, dato che in molti condomini i lavori non sono terminati.
Duro, al riguardo, il Ministro, che ha fatto notare come ogni mese di proroga del Superbonus vada a costare 4,5 miliardi, pari alla somma stanziata in aumento per la sanità per il 2024.
Tuttavia sembra che nel decreto Milleproroghe, atteso sul tavolo del Consiglio dei Ministri il prossimo 28 dicembre, più che per una proroga, si potrebbe scegliere di optare per il Sal (Stato di avanzamento lavori) straordinario, che consentirebbe di fatturare al 110 per cento tutti i lavori effettuati nel 2023, a prescindere dalla percentuale di realizzazione dell’intervento complessivo.
Così, si andrebbero ad aiutare le tante famiglie e i tanti condomini che non hanno terminato.
Dopodiché, i lavori residui verrebbero proseguiti nel 2024 con il bonus del 70%.
E anche qui si discute di una norma per permettere alle imprese di incassare il 70% del bonus anche se i condomini non versano “cash” il restante 30% di loro spettanza.
Insomma, c'è da discutere, e da decidere, anche su altre agevolazioni, come il bonus barriere architettoniche, su cui si starebbe registrando un boom di spesa.
Insomma, al Governo avranno da fare sull'argomento. Non ci resta che attendere.