Difatti, mentre in molti Paesi il tema è molto sentito, in Italia non sembrano esservi dei piani all'orizzonte a livello nazionale. Ed è per questo che i Comuni hanno iniziato ad attivarsi, cercando di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Al riguardo, è stata la città di Firenze a fare da apripista, con l'annuncio dell'iniziativa, lo scorso 19 marzo, da parte del sindaco Nardella e dell'assessora Funaro.
In tale data, difatti, è stata approvata dalla giunta una delibera presentata dalle assessore a Welfare ed Educazione Sara Funaro e al Lavoro Benedetta Albanese, che prevede un salario minimo in tutti gli appalti del Comune di Firenze, stabilendo che nessuno dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante.
In particolare, il sindaco ha definito tale delibera "storica" e ha affermato: "In tutti i nostri appalti di opere e servizi stabiliamo il criterio del rispetto di un salario minimo di 9 euro l’ora e così nei contratti conseguenti."
Anche l'assessora Funaro ha sottolineato che "Firenze è la prima città ad applicare il salario minimo in tutti gli appalti del Comune" e che si tratta di una misura di civiltà, in quanto mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città, come, ad esempio, nel sociale, nelle scuole e nei musei civici potrà guadagnare meno di 9 euro l’ora.
L'assessora ha inoltre specificato che "Nel bando di gara sarà indicato il contratto di miglior favore, come è stato fatto alcuni giorni fa per i lavoratori dei musei civici, indicando quello di Federculture che ha garantito maggiori tutele e salari". Attraverso questa delibera, in sostanza, il Comune di Firenze garantisce che non vengano attivati contratti pirata, imponendo nei bandi l'applicazione solo dei contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, verificando altresì i contratti già in essere.
Inoltre, come si legge nel comunicato del 19.03.2024, la delibera a firma delle assessore Funaro-Albanese impegna il Comune, come previsto dall’art. 11 del Codice degli appalti, a garantire al personale impiegato nei lavori, nei servizi e nelle forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni, l'applicazione del contratto collettivo più attinente all’attività svolta, stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, salvi i trattamenti di miglior favore.
Inoltre, è specificato che l'amministrazione comunale si impegna a effettuare una ricognizione di tutti i contratti in essere stipulati a partire dal 2022, verificando le condizioni applicate sia dal punto di vista economico che normativo e a verificare il rispetto dell’applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante, redigendo ogni 6 mesi un report relativo agli appalti in essere del Comune di Firenze e alle verifiche sui contratti, e a organizzare incontri con le organizzazioni sindacali per verificare come raggiungere l’obiettivo che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora.
Come si è detto, l’amministrazione comunale ha deciso, con tale delibera, che in tutti gli appalti indicherà il contratto da applicare, individuato prioritariamente tra quelli sottoscritti dalle organizzazioni datoriali più rappresentative e scegliendo un contratto che preveda un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora. Ex art. 11 del nuovo Codice degli appalti, qualora l’impresa chieda in sede di offerta di applicare un contratto diverso da quello indicato nel bando di gara, l’amministrazione effettuerà quindi un'analisi integrale del contratto, comparando il contratto indicato con il contratto offerto, per verificare l’equivalenza sia delle tutele economiche, e in particolare del minimo salariale, sia delle tutele normative.
Si parla di un "giudizio di equivalenza", che l’amministrazione effettuerà seguendo le indicazioni fornite dall'ANAC, l'Autorità nazionale anticorruzione, e dall’ispettorato nazionale del lavoro.
In realtà, l'iniziativa fiorentina arriva già dopo che, nel mese di dicembre 2023, il Consiglio comunale di Livorno aveva votato un emendamento con cui si impegnava a garantire un salario minimo di 9 euro all'ora per chiunque lavori per l'ente, anche attraverso un appalto comunale.
Ma non è solo la Toscana ad interessarsi del tema. Anche a Bacoli, difatti, il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha parlato di "svolta epocale" per l'approvazione, da parte della giunta, di una delibera che impone alle imprese che si aggiudicheranno una concessione demaniale o comunale l'obbligo del salario minimo di 9 euro all’ora. Delibera di grande importanza, considerando l'arrivo della stagione estiva.
Sempre restando in Campania, a Pellezzano, in provincia di Salerno, la giunta del sindaco Francesco Morra ha approvato, il 21 marzo scorso, una delibera avente ad oggetto la tutela della retribuzione minima salariale nei contratti del comune di Pellezzano, con cui l'amministrazione comunale si assume l'impegno di promuovere incontri con le organizzazioni sindacali, con l'obiettivo finale di raggiungere un trattamento economico minimo di 9 euro orari in tutti i contratti che fanno capo al Comune.