Una coppia olandese entra in una panetteria e sbadatamente dimentica il proprio zainetto, peccato che dentro c’erano, oltre a cellulare ed effetti personali, ben 15 mila euro in contanti. La commessa della panetteria non ci pensa due volte e contatta i turisti affinché tornino a riprendersi quanto perduto.
Grazie alla commessa, che ha dato prova di grande onestà e professionalità, il denaro è tornato ai legittimi proprietari. Peccato che nessuna ricompensa sia stata data alla ragazza per premiare la sua onestà.
L’episodio è avvenuto domenica mattina alla panetteria Leone di piazza Eroi Taggesi, a Taggia (Imperia).
Laura Bracco, commessa del panificio, racconta che la coppia si era fermata in panetteria a comprare pane e dolci per poi andar via, dimenticando il prezioso zainetto sul bancone del negozio.
Quando la ragazza se n’è accorta, ha subito aperto lo zaino per cercare di capire a chi appartenesse. Ha quindi, trovato al suo interno un borsello da donna, un cellulare e una busta gialla – che conteneva i 15 mila euro – che però non ha aperto.
È proprio grazie al telefonino, che era della turista olandese, che la ragazza ha contattato immediatamente la coppia, individuando tra i numeri in rubrica il numero del marito. A seguito della chiamata, Laura afferma, «I due sono arrivati subito, mi hanno ringraziato, dicendo che torneranno spesso nella panetteria. Hanno aperto la busta assieme a noi, all’interno c’erano 15 mila euro». La coppia ha inoltre spiegato che quei soldi servivano a ristrutturare una casa che avevano acquistato nelle vicinanze.
Tuttavia, il suo gesto di onestà non le ha fruttato denaro ma solo qualche ringraziamento e la promessa che i turisti sarebbero ritornati ancora, come clienti, nella panetteria. Forse un gesto un pò scarno, da parte della coppia olandese, per mostrare la propria gratitudine, visto che la ragazza gli ha riportato una bella somma di denaro senza la quale avrebbero detto addio alla ristrutturazione del loro immobile.
La coppia aveva l'obbligo di dare una ricompensa in denaro al ritrovatore del bene?
Innanzitutto, in base all’art 927 c.c., chiunque trovi una cosa mobile (ad es. un portafogli, del denaro, un gioiello, un telefono cellulare, etc.) è tenuto a restituirla al suo proprietario, se gli è noto, altrimenti egli deve consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui è avvenuto il ritrovamento.
Invece, l’art. 930 c.c., titolato “premio dovuto al ritrovatore” stabilisce che:
“Il proprietario deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata.
Se tale somma o prezzo eccede euro 5,16, il premio per il sovrappiù è solo del ventesimo.
Se la cosa non ha valore commerciale, la misura del premio è fissata dal giudice secondo il suo prudente apprezzamento.”
Il premio che spetta al ritrovatore è un corrispettivo per la sua onestà e per l’utilità sociale del suo comportamento.
Pertanto, non c’è nessun obbligo per il proprietario del bene smarrito di dare una ricompensa in denaro al ritrovatore dell’oggetto. La stessa viene data, nelle misure previste alla legge, solo ove richiesto dal ritrovatore stesso.
Quindi, in sostanza, il proprietario del bene può esprimere la sua gratitudine nei confronti del ritrovatore come meglio crede, ma sarà quest’ultimo a decidere, poi, se voler o meno una ricompensa in monete sonanti oppure accontentarsi di un semplice grazie.
Grazie alla commessa, che ha dato prova di grande onestà e professionalità, il denaro è tornato ai legittimi proprietari. Peccato che nessuna ricompensa sia stata data alla ragazza per premiare la sua onestà.
L’episodio è avvenuto domenica mattina alla panetteria Leone di piazza Eroi Taggesi, a Taggia (Imperia).
Laura Bracco, commessa del panificio, racconta che la coppia si era fermata in panetteria a comprare pane e dolci per poi andar via, dimenticando il prezioso zainetto sul bancone del negozio.
Quando la ragazza se n’è accorta, ha subito aperto lo zaino per cercare di capire a chi appartenesse. Ha quindi, trovato al suo interno un borsello da donna, un cellulare e una busta gialla – che conteneva i 15 mila euro – che però non ha aperto.
È proprio grazie al telefonino, che era della turista olandese, che la ragazza ha contattato immediatamente la coppia, individuando tra i numeri in rubrica il numero del marito. A seguito della chiamata, Laura afferma, «I due sono arrivati subito, mi hanno ringraziato, dicendo che torneranno spesso nella panetteria. Hanno aperto la busta assieme a noi, all’interno c’erano 15 mila euro». La coppia ha inoltre spiegato che quei soldi servivano a ristrutturare una casa che avevano acquistato nelle vicinanze.
Tuttavia, il suo gesto di onestà non le ha fruttato denaro ma solo qualche ringraziamento e la promessa che i turisti sarebbero ritornati ancora, come clienti, nella panetteria. Forse un gesto un pò scarno, da parte della coppia olandese, per mostrare la propria gratitudine, visto che la ragazza gli ha riportato una bella somma di denaro senza la quale avrebbero detto addio alla ristrutturazione del loro immobile.
La coppia aveva l'obbligo di dare una ricompensa in denaro al ritrovatore del bene?
Innanzitutto, in base all’art 927 c.c., chiunque trovi una cosa mobile (ad es. un portafogli, del denaro, un gioiello, un telefono cellulare, etc.) è tenuto a restituirla al suo proprietario, se gli è noto, altrimenti egli deve consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui è avvenuto il ritrovamento.
Invece, l’art. 930 c.c., titolato “premio dovuto al ritrovatore” stabilisce che:
“Il proprietario deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata.
Se tale somma o prezzo eccede euro 5,16, il premio per il sovrappiù è solo del ventesimo.
Se la cosa non ha valore commerciale, la misura del premio è fissata dal giudice secondo il suo prudente apprezzamento.”
Il premio che spetta al ritrovatore è un corrispettivo per la sua onestà e per l’utilità sociale del suo comportamento.
Pertanto, non c’è nessun obbligo per il proprietario del bene smarrito di dare una ricompensa in denaro al ritrovatore dell’oggetto. La stessa viene data, nelle misure previste alla legge, solo ove richiesto dal ritrovatore stesso.
Quindi, in sostanza, il proprietario del bene può esprimere la sua gratitudine nei confronti del ritrovatore come meglio crede, ma sarà quest’ultimo a decidere, poi, se voler o meno una ricompensa in monete sonanti oppure accontentarsi di un semplice grazie.