Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono questi requisiti e come evitare di perdere la pensione.
Per quanto attiene ai requisiti, per la pensione di vecchiaia ne sono necessari due: avere 67 anni e aver versato 20 anni di contributi.
Fin qui può sembrare facile; in realtà, però, non è detto che un anno di lavoro corrisponda a un anno di contributi, perché tutto dipende dall'ammontare della retribuzione.
L'ammontare necessario viene ridefinito ogni anno e, per il 2024, è pari a 239,44 euro lordi a settimana, che corrispondono a uno stipendio di circa 950 euro. Da questo consegue che chi guadagna di meno rispetto a questa cifra avrà bisogno di più di un anno di lavoro per maturare un anno di contributi versati.
Ma non è tutto.
Per chi abbia iniziato a lavorare dopo il 1996, il diritto alla pensione viene sempre maturato con 20 anni di contributi ma, in questo caso, l'assegno di pensione deve essere almeno pari all'ammontare dell'Assegno di inclusione, quindi circa 534,41 euro.
E, per raggiungere questa somma, è necessario uno stipendio mensile di 1415 euro lordi. Altrimenti, sempre per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996, non resterà che arrivare a 71 anni e beneficiare della pensione di vecchiaia, che richiede solo 5 anni di contributi versati.
Ma quanto perde chi non riesce ad andare in pensione?
Qui possiamo fare alcuni esempi. Infatti, con uno stipendio mensile di 800 euro per 20 anni di carriera, si perdono circa 68.600 euro. Un altro esempio: per chi abbia lavorato in regola solo per 10 anni, con uno stipendio di 2.000 euro lordi al mese, considerando quanto versato si perdono 85.800 euro.
Dato che si tratta di cifre importanti è sempre bene tutelarsi, ad esempio rifiutando lavori in nero e tenendo bene a mente se, con il proprio stipendio, un anno di lavoro è sufficiente per maturare un anno di contributi o meno.