In primo luogo, perché arrivando dicembre arriva anche la tredicesima, che però non spetta a tutti i pensionati, ma solo a tali categorie:
- percettori di pensione di vecchiaia;
- percettori di pensione anticipata;
- titolari di prestazioni assistenziali (assegno sociale e pensione d’invalidità);
- titolari della pensione ai superstiti indiretta e di reversibilità.
Come confermato anche dal messaggio dell'INPS n. 4050 del 15.11.2023, tale bonus arriva anche quest'anno. Ma a chi spetta?
Spetta ai pensionati INPS delle gestioni private ed ex Enpals percettori del trattamento minimo, ma non è previsto, invece, per i percettori di alcuni trattamenti previdenziali e assistenziali erogati direttamente da INPS, come:
- pensioni di invalidità civile;
- pensioni sociali;
- assegni sociali;
- rendite facoltative di inabilità;
- rendite facoltative di vecchiaia;
- pensioni di vecchiaia e di invalidità della mutualità;
- pensioni a favore delle casalinghe;
- pensioni dei dipendenti degli enti creditizi;
- pensioni dei dirigenti d’azienda;
- assegni di esodo;
- isopensioni;
- trattamenti non aventi natura di pensione.
In particolare, tale bonus spetta ai pensionati che percepiscono fino ad euro 7.327,32 di pensione annua, ma va guardato anche il reddito IRPEF complessivo del beneficiario, che non deve superare 10.990,98 euro, ossia una somma pari a una volta e mezza il limite di importo.
Se il beneficiario è sposato, inoltre, il reddito IRPEF familiare, ossia del titolare e del coniuge, non deve superare 21.981,96 euro, che corrispondono a tre volte il limite di importo.
Ma non finisce qui! Infatti, dal 1° dicembre 2023 scatta l’anticipo del conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni.
Come specificato anche dall'INPS nel predetto messaggio del 15.11.2023, la variazione percentuale definitiva calcolata dall'Istat per l'anno 2022, da utilizzare ai fini della perequazione automatica delle pensioni per l'anno 2023, è pari al +8,1%.
Considerando che la rivalutazione iniziale era del 7,3%, si ha quindi un conguaglio dello 0,8% e, con il conguaglio, arriveranno anche gli arretrati per le mensilità precedenti, a partire dal gennaio 2023.
Ma la rivalutazione non sarà uguale per tutti, in quanto sono individuate delle fasce. In particolare, beneficerà della rivalutazione piena al 100%, con annesso conguaglio, chi è titolare di pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo Inps (2.101,52 euro lordi mensili). La rivalutazione spetterà, invece:
- all’85%, per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo, ossia fino a 2.626,90 euro;
- al 53%, tra 5 e 6 volte il minimo, ossia fino a 3.152,28 euro;
- al 47%, tra 6 e 8 volte il minimo, ossia fino a 4203.04 euro;
- al 37%, tra 8 e 10 volte il minimo, ossia fino a 5.253,80 euro;
- al 32%, oltre 10 volte il minimo, ossia da 5.254 euro lordi in su.