Nei Paesi in cui si applica il diritto dell’Unione Europea è possibile “totalizzare” i contributi versati in diversi stati. Gli Stati membri, in applicazione delle norme europee in materia di prestazioni pensionistiche (regolamento CE n. 883/2004 e successive modifiche), sono ricorse al sistema della totalizzazione. Tale criterio prevede che, nel conteggio dei contributi versati da un lavoratore, siano compresi tutti i contributi versati da quest’ultimo sia negli altri Stati membri, sia nei paesi extra UE firmatari di una convenzione bilaterale.
La totalizzazione non prevede che siano trasferiti i contributi da un paese ad un altro; permette semplicemente di fare un unico cumulo delle annualità contributive versate dal lavoratore in paesi diversi da quello di appartenenza.
In questo modo, un cittadino italiano potrà andare in pensione in qualunque altro Stato membro dell’Unione Europea, purché abbia lavorato in quel paese per almeno un anno, mentre potrà farlo in paesi extra UE solo quando vi avrà lavorato per il periodo stabilito dalle singole convenzioni.
Ad oggi sappiamo che, in Italia, per maturare il diritto alla pensione un soggetto deve avere minimo 67 anni di età ed aver versato almeno 20 anni di contributi. Vi sono, invece, altri stati in cui il diritto alla pensione viene maturato prima rispetto all’Italia, o comunque con regole più favorevoli.
Di seguito ne riportiamo alcuni:
La totalizzazione non prevede che siano trasferiti i contributi da un paese ad un altro; permette semplicemente di fare un unico cumulo delle annualità contributive versate dal lavoratore in paesi diversi da quello di appartenenza.
In questo modo, un cittadino italiano potrà andare in pensione in qualunque altro Stato membro dell’Unione Europea, purché abbia lavorato in quel paese per almeno un anno, mentre potrà farlo in paesi extra UE solo quando vi avrà lavorato per il periodo stabilito dalle singole convenzioni.
Ad oggi sappiamo che, in Italia, per maturare il diritto alla pensione un soggetto deve avere minimo 67 anni di età ed aver versato almeno 20 anni di contributi. Vi sono, invece, altri stati in cui il diritto alla pensione viene maturato prima rispetto all’Italia, o comunque con regole più favorevoli.
Di seguito ne riportiamo alcuni:
- Svezia: il pensionamento può essere raggiunto a 61 anni. Tuttavia, l’età appena citata è destinata a crescere, arrivando a 64 anni nei prossimi anni;
- Francia: attualmente si può maturare il diritto alla pensione a 62 anni, ma l’età pensionabile arriverà a 64 anni entro il 2030;
- Bulgaria: qui l’età pensionabile, con un minimo di 15 anni di contributi versati, è di 65 anni e 4 mesi. L’età minima pensionabile scende, per gli uomini, a 63 anni e 4 mesi con almeno 37 anni e 4 mesi di contributi, per le donne a 60 anni e 4 mesi con il versamento di 34 anni e 4 mesi di contributi;
- Repubblica Ceca: per maturare il diritto alla pensione è necessario aver maturato almeno 35 anni di contributi, con un’età minima di 65 anni, 64 se donna con due o più figli;
- Albania: attualmente il più favorevole, prevede che si possa andare in pensione dopo aver versato contributi per 15 anni, con un’età minima di 61 anni e 8 mesi per le donne, 65 anni per gli uomini. Anche qui, le età minime pensionabili sono destinate a crescere nei prossimi decenni.
Tra i paesi extra UE, l’Italia ha concluso accordi bilaterali con Argentina, Canada, Repubblica di Capoverde, Repubblica di San Marino, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia e Uruguay. Tra questi, i sistemi pensionistici più favorevoli ai lavoratori italiani sono:
- Argentina: il diritto alla pensione viene maturato a 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne, oppure per entrambi a qualsiasi età con 40 anni di contributi versati;
- Repubblica di San Marino: l’età minima pensionabile è di 66 anni con 20 anni di contributi versati, mentre l’età minima scende a 60 anni quando il lavoratore abbia versato 40 anni di contributi;
- Tunisia: qui non solo l’età minima pensionabile è di 62 anni, ma il costo della vita è decisamente inferiore, il che la rende una meta appetibile per molti pensionati italiani.
Ricordiamo in ogni caso che, per poter richiedere il pensionamento in uno degli stati sopra elencati, è necessario avervi lavorato per almeno un anno, se si seguono le norme del diritto europeo, o per altro periodo di tempo (indicato nella singola convenzione bilaterale) qualora si tratti di uno Stato non appartenente all'Unione europea.