Ebbene sì, ti sarai accorto che, in questi giorni, si è tornati a parlare di flat tax. Di recente, difatti, il Governo ha predisposto delle modifiche relative alla normativa in materia, per superare le incompatibilità con le direttive UE.
In particolare, l'esecutivo ha deciso di intervenire su Partite IVA e flat tax, e lo ha fatto onde evitare di ricevere contestazioni in relazione alla direttiva comunitaria n. 285/2020 sugli esoneri Iva per le piccole imprese, e che permette altresì di fissare un presidio antielusivo contro l’aggiramento dei vincoli.
In particolare, per quanto riguarda i forfettari, una prima novità riguarda il metodo di calcolo della soglia di accesso e permanenza in tale regime fiscale agevolato.
Al riguardo, ricordiamo che, con la Legge di Bilancio 2023, tale soglia è stata innalzata dai precedenti 65mila euro agli attuali 85mila euro.
Ebbene, per verificare se il soggetto rientri nella soglia che permette la permanenza in tale regime, la disciplina italiana prevede che si guardi al fatturato e all'incassato.
La normativa, infatti, individua le franchigie per accedere e rimanere nel regime di flat tax secondo i ricavi o i compensi.
Dall'altro lato, invece, la direttiva UE evidenzia l’importanza del volume d’affari annuale che consente alle piccole attività di non applicare l’Iva, con criteri che vengono definiti secondo le franchigie applicate dai singoli stati membri.
Alla luce di ciò, proprio per superare l’incompatibilità con la direttiva europea, il governo ha proposto delle modifiche che porteranno a calcolare la soglia di 85mila euro in base al fatturato e non più in base all’incasso.
Qualora, sulla base di tale criterio, si incorra nel superamento della soglia di 85mila euro, si avrà l’uscita dal regime, ma in ogni caso a partire dall’anno successivo.
Nel caso, invece, la soglia sia superata di molto e vengano addirittura oltrepassati i 100mila euro, l'uscita dal regime agevolato avverrà con effetto immediato.
Quindi, sulla base di queste modifiche normative, sarà la fatturazione a determinare la permanenza o meno nel regime di tassazione al 15%.
Per quanto riguarda le nuove attività, ricordiamo che la tassazione è ancora più agevolata ed è al 5% per i primi cinque anni.
Si tratta, quindi, di un cambiamento rispetto alle previsioni attuali, secondo cui si verifica lo sforamento rispetto alle soglie solo se i ricavi o compensi vengono effettivamente incassati.
Ma non finisce qui!
Difatti, il governo ha prospettato delle modifiche anche in tema di obbligo di fatturazione elettronica.
Riguardo tale obbligo, introdotto con il Decreto Legislativo n. 127/2015, si evidenzia che, per alcune tipologie di contribuenti, era stato previsto un regime di esonero. In sostanza, alcune categorie di contribuenti, tra cui i forfettari, non erano obbligati ad emettere fattura elettronica. Ebbene, a partire dal 2024, anche questo cambierà!
In virtù delle modifiche predisposte dal governo, infatti, dal 1° gennaio 2024, tutti i forfettari dovranno emettere fattura elettronica, terminando così il regime di esonero dall’invio dei documenti al Sistema di interscambio (Sdi) gestito dall'Agenzia delle Entrate.
In tal modo, l'amministrazione finanziaria dovrebbe più efficacemente effettuare i controlli neecessari sulla cessione di beni e servizi.