Il pagamento di una fattura mediante contanti è permesso, tuttavia sussistono alcune condizioni specifiche che devono essere rispettate.
Questo metodo di pagamento è generalmente riservato a fatture riportanti piccoli importi oppure per fornitori minori, che preferiscono i pagamenti in denaro piuttosto che tramite strumenti elettronici, come ad esempio bancomat o carte di credito.
Tuttavia, con l'inasprirsi della lotta contro l'evasione fiscale, la tendenza è a favore dei pagamenti tracciabili. Ciò ha inevitabilmente comportato la previsione di restrizioni più severe circa l’uso dei contanti. Ad esempio, proprio per favorire l’uso di mezzi di pagamento tracciabili, limitando invece l’impiego del contante, il legislatore ha previsto che molte spese siano detraibili solo se effettuate con metodi tracciabili, con alcune eccezioni in ordine alle spese mediche, le quali possono essere detratte anche se pagate in contanti.
Il limite per i pagamenti in contanti è fissato a 5.000 euro. Quindi è possibile saldare, mediante pagamento in contanti, fatture di valore pari a massimo 4.999 euro.
È importante, però, tenere a mente che l'Agenzia delle Entrate, attraverso la fatturazione elettronica, ha accesso alla totalità delle transazioni effettuate da parte di professionisti, imprese e privati. Ciò fa sì che i movimenti finanziari dei soggetti titolari di partita IVA siano completamente trasparenti.
Infatti, ad oggi, le operazioni tra acquirente e venditore, o tra prestatore di servizi e cliente, sono registrate elettronicamente, poiché, tramite la fatturazione elettronica, tutte le fatture emesse dai professionisti (medici, avvocati ecc.) o dalle imprese sono trasmesse direttamente e in via telematica all’AdE. Quest'ultima, quindi, può esercitare - in modo molto più agevole rispetto al passato - un controllo capillare sulle attività realizzate e sui movimenti di denaro. Ne deriva che l'uso del contante è soggetto a regolamenti più stringenti.
Inoltre, il superamento dei limiti imposti può comportare l’irrogazione di sanzioni amministrative.
Quando si sceglie di pagare una fattura in contanti, bisogna mettere in conto alcuni rischi legati ai controlli fiscali. In caso di dubbi circa l’effettivo pagamento di una fattura per l’acquisto di beni o servizi per i quali è possibile usufruire di detrazioni o deduzioni, l'amministrazione finanziaria provvede ad effettuare accertamenti sulle operazioni dichiarate. Se il pagamento di una fattura di questo genere avviene tramite sistemi di pagamento tracciabili, il contribuente non avrà difficoltà a dare prova dell’effettivo pagamento. Diversamente, in caso di pagamento in contanti, l’onere probatorio diventa più complesso.
In assenza di una prova tracciabile, il Fisco può dubitare della transazione e non riconoscere la spesa, con il rischio che venga richiesto il pagamento delle imposte sull'importo non dimostrato.
Infine, in caso di fatture elettroniche pagate in contanti, il codice da inserire nelle modalità di pagamento è MP01.
Questo metodo di pagamento è generalmente riservato a fatture riportanti piccoli importi oppure per fornitori minori, che preferiscono i pagamenti in denaro piuttosto che tramite strumenti elettronici, come ad esempio bancomat o carte di credito.
Tuttavia, con l'inasprirsi della lotta contro l'evasione fiscale, la tendenza è a favore dei pagamenti tracciabili. Ciò ha inevitabilmente comportato la previsione di restrizioni più severe circa l’uso dei contanti. Ad esempio, proprio per favorire l’uso di mezzi di pagamento tracciabili, limitando invece l’impiego del contante, il legislatore ha previsto che molte spese siano detraibili solo se effettuate con metodi tracciabili, con alcune eccezioni in ordine alle spese mediche, le quali possono essere detratte anche se pagate in contanti.
Il limite per i pagamenti in contanti è fissato a 5.000 euro. Quindi è possibile saldare, mediante pagamento in contanti, fatture di valore pari a massimo 4.999 euro.
È importante, però, tenere a mente che l'Agenzia delle Entrate, attraverso la fatturazione elettronica, ha accesso alla totalità delle transazioni effettuate da parte di professionisti, imprese e privati. Ciò fa sì che i movimenti finanziari dei soggetti titolari di partita IVA siano completamente trasparenti.
Infatti, ad oggi, le operazioni tra acquirente e venditore, o tra prestatore di servizi e cliente, sono registrate elettronicamente, poiché, tramite la fatturazione elettronica, tutte le fatture emesse dai professionisti (medici, avvocati ecc.) o dalle imprese sono trasmesse direttamente e in via telematica all’AdE. Quest'ultima, quindi, può esercitare - in modo molto più agevole rispetto al passato - un controllo capillare sulle attività realizzate e sui movimenti di denaro. Ne deriva che l'uso del contante è soggetto a regolamenti più stringenti.
Inoltre, il superamento dei limiti imposti può comportare l’irrogazione di sanzioni amministrative.
Quando si sceglie di pagare una fattura in contanti, bisogna mettere in conto alcuni rischi legati ai controlli fiscali. In caso di dubbi circa l’effettivo pagamento di una fattura per l’acquisto di beni o servizi per i quali è possibile usufruire di detrazioni o deduzioni, l'amministrazione finanziaria provvede ad effettuare accertamenti sulle operazioni dichiarate. Se il pagamento di una fattura di questo genere avviene tramite sistemi di pagamento tracciabili, il contribuente non avrà difficoltà a dare prova dell’effettivo pagamento. Diversamente, in caso di pagamento in contanti, l’onere probatorio diventa più complesso.
In assenza di una prova tracciabile, il Fisco può dubitare della transazione e non riconoscere la spesa, con il rischio che venga richiesto il pagamento delle imposte sull'importo non dimostrato.
Infine, in caso di fatture elettroniche pagate in contanti, il codice da inserire nelle modalità di pagamento è MP01.