Marta Fascina, la donna che è rimasta, fino all’ultimo, insieme all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scomparso lo scorso 12 giugno, com’è noto ha ricevuto in eredità dal Cavaliere 100 milioni di euro.
I due erano sentimentalmente legati dal 2020 e a marzo 2023 avevano celebrato la loro unione a Villa Gernetto a Lesmo. Non si era trattato di vere e proprie nozze, come più volte aveva spiegato il Cavaliere, ma di una festa in grande stile per festeggiare l'amore.
L’amore del Cavaliere per la Fascina ha trovato conferma anche dopo la sua morte. Infatti, nelle sue ultime volontà Silvio Berlusconi ha disposto che i suoi eredi, i cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, riconoscessero una donazione, oltre allo zio Paolo Berlusconi (100 milioni) e allo storico amico del padre, Marcello Dell’Utri (30 milioni), proprio alla “non-moglie” di Silvio, Marta Fascina (100 milioni).
Per la donazione alla Fascina, l’intenzione degli eredi sarebbe quella di suddividere la somma in due tranches da versare a distanza di qualche mese l’una dall’altra. Un impegno accolto da tutti e cinque i figli del Premier, compreso Luigi che tecnicamente, non essendo evocato nel testamento olografo del 19 gennaio 2022, avrebbe potuto astenersi dall’incombenza nei confronti di Fascina.
Marta, che ancora vive nella Villa San Martino dal giorno del funerale di Berlusconi, da allora ha scelto di rimanere ad Arcore nell’ombra. L'unica uscita pubblica, lo scorso 8 agosto, allo stadio di Monza per la partita contro il Milan nel trofeo intitolato al Cavaliere.
Tuttavia, non va dimenticato che l’ex compagna di Berlusconi è anche deputata di Forza Italia dal 2018 e dalla morte del suo amato Silvio pare che non si sia vista nemmeno una volta in Parlamento, dove era solita recarsi in sua compagnia. La donna negli ultimi mesi sarebbe risultata assente al 99% delle votazioni alla Camera.
Questo comportamento ha dato il via a diverse critiche da parte di colleghi politici che, dopo il periodo di lutto, aspettavano un suo ritorno in campo. Lo stesso Paolo Berlusconi ha dichiarato: «Basta con le lacrime, l’ho detto anche a Marta che è inconsolabile, ma che deve trovare la forza di tornare in Parlamento perché è un suo diritto ma soprattutto un suo dovere».
Ci si domanda quindi quale sarà il futuro dell'affranta Marta Fascina e se stia pensando addirittura di dimettersi dal suo ruolo di deputata di Forza Italia.
In quest’eventualità occorre sapere che un parlamentare ha due modi per dimettersi. Innanzitutto, l’art. 67 della Costituzione sancisce che: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
In parole semplici, la Costituzione dice che ogni cittadino, eletto in Parlamento, può decidere liberamente se continuare o meno ad esercitare le sue funzioni, senza dover sottostare a vincoli particolari. Una libertà di azione che permette a deputati e senatori di dimettersi dal proprio incarico, terminando anticipatamente il loro mandato, e facendo subentrare il primo dei non eletti. Ciò può avvenire in 2 casi:
I due erano sentimentalmente legati dal 2020 e a marzo 2023 avevano celebrato la loro unione a Villa Gernetto a Lesmo. Non si era trattato di vere e proprie nozze, come più volte aveva spiegato il Cavaliere, ma di una festa in grande stile per festeggiare l'amore.
L’amore del Cavaliere per la Fascina ha trovato conferma anche dopo la sua morte. Infatti, nelle sue ultime volontà Silvio Berlusconi ha disposto che i suoi eredi, i cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, riconoscessero una donazione, oltre allo zio Paolo Berlusconi (100 milioni) e allo storico amico del padre, Marcello Dell’Utri (30 milioni), proprio alla “non-moglie” di Silvio, Marta Fascina (100 milioni).
Per la donazione alla Fascina, l’intenzione degli eredi sarebbe quella di suddividere la somma in due tranches da versare a distanza di qualche mese l’una dall’altra. Un impegno accolto da tutti e cinque i figli del Premier, compreso Luigi che tecnicamente, non essendo evocato nel testamento olografo del 19 gennaio 2022, avrebbe potuto astenersi dall’incombenza nei confronti di Fascina.
Marta, che ancora vive nella Villa San Martino dal giorno del funerale di Berlusconi, da allora ha scelto di rimanere ad Arcore nell’ombra. L'unica uscita pubblica, lo scorso 8 agosto, allo stadio di Monza per la partita contro il Milan nel trofeo intitolato al Cavaliere.
Tuttavia, non va dimenticato che l’ex compagna di Berlusconi è anche deputata di Forza Italia dal 2018 e dalla morte del suo amato Silvio pare che non si sia vista nemmeno una volta in Parlamento, dove era solita recarsi in sua compagnia. La donna negli ultimi mesi sarebbe risultata assente al 99% delle votazioni alla Camera.
Questo comportamento ha dato il via a diverse critiche da parte di colleghi politici che, dopo il periodo di lutto, aspettavano un suo ritorno in campo. Lo stesso Paolo Berlusconi ha dichiarato: «Basta con le lacrime, l’ho detto anche a Marta che è inconsolabile, ma che deve trovare la forza di tornare in Parlamento perché è un suo diritto ma soprattutto un suo dovere».
Ci si domanda quindi quale sarà il futuro dell'affranta Marta Fascina e se stia pensando addirittura di dimettersi dal suo ruolo di deputata di Forza Italia.
In quest’eventualità occorre sapere che un parlamentare ha due modi per dimettersi. Innanzitutto, l’art. 67 della Costituzione sancisce che: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
In parole semplici, la Costituzione dice che ogni cittadino, eletto in Parlamento, può decidere liberamente se continuare o meno ad esercitare le sue funzioni, senza dover sottostare a vincoli particolari. Una libertà di azione che permette a deputati e senatori di dimettersi dal proprio incarico, terminando anticipatamente il loro mandato, e facendo subentrare il primo dei non eletti. Ciò può avvenire in 2 casi:
- Nel caso in cui un parlamentare decida di assumere una carica o un impiego che è incompatibile con il suo mandato. In tal caso, la decisione viene comunicata alla Camera cui appartiene il parlamentare, i cui membri ne prendono atto, di norma, senza procedere a una votazione.
- Quando il parlamentare vuole dimettersi per scelta personale. In tal caso, dovrà spiegare all’aula le proprie motivazioni, che devono essere accettate dalla stessa aula tramite una votazione a scrutinio segreto. Potendo anche accadere che le dimissioni vengano rigettate.
Non rimane che restare a guardare quale sarà la prossima mossa di Marta, ora che al suo fianco non c'è più il suo amato Silvio.