Il sistema bancario italiano rende ogni trasferimento di
denaro facilmente tracciabile, il che è un vantaggio per garantire la sicurezza delle operazioni. Tuttavia, questa trasparenza non impedisce che
alcune transazioni possano essere segnalate alle autorità fiscali. Gli enti come l’Agenzia delle Entrate hanno il compito di verificare che tutte le operazioni siano conformi alle leggi in vigore, soprattutto per quanto riguarda la provenienza dei fondi e il motivo del trasferimento.
La normativa antiriciclaggio, regolata dall'art. 19 del D.Lgs. n. 231/2007, impone alle banche l’obbligo di segnalare operazioni sospette o anomale, facendo scattare possibili controlli fiscali. In particolare, possono essere messi sotto la lente di ingrandimento i bonifici con importi elevati o frequenti verso lo stesso destinatario, soprattutto quando non si può giustificare la finalità della transazione.
Donazioni e rimborsi: come gestire i bonifici tra privati
Le donazioni tra privati, anche quelle tra coniugi e parenti, possono essere soggette a controlli se viene superato un certo importo e se non sono supportate da una corretta documentazione.
La
legge prevede che alcune donazioni siano esenti da imposte, mentre altre richiedono il pagamento di aliquote specifiche.
Ecco come vengono applicate le aliquote e le franchigie in base al grado di
parentela tra il donante e il beneficiario:
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4% sull'importo eccedente 1 milione di euro per coniuge e parenti in linea retta;
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6% oltre 100.000 euro per fratelli e sorelle;
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6% senza franchigia per parenti fino al quarto grado e affini;
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8% senza franchigia per tutte le altre persone.
Se la persona che riceve il denaro è affetta da un grave handicap, l’imposta viene applicata solo sulla parte che supera 1.500.000 euro, indipendentemente dal legame di parentela.
Per quanto riguarda le
donazioni a persone non legate da vincoli familiari, l'aliquota sale all'8%. In tutti questi casi, è fondamentale fornire una documentazione adeguata, come un atto notarile o una
scrittura privata, per evitare problemi con il Fisco.
Bonifici periodici: un campanello d'allarme per il Fisco
Un'altra situazione delicata riguarda i bonifici effettuati con una certa regolarità verso lo stesso destinatario, specialmente quando non esiste un vincolo di parentela.
Questi movimenti potrebbero far pensare a compensi per lavori non dichiarati o a canoni di
affitto non denunciati. Il Fisco potrebbe, quindi, interpretare tali operazioni come
transazioni non conformi alle leggi fiscali, innescando ulteriori verifiche.
Come evitare problemi con il Fisco
Secondo l'
art. 53 del D.P.R. 600/1973, il
contribuente è obbligato a dimostrare la provenienza e la destinazione dei fondi trasferiti, per evitare contestazioni da parte del Fisco.
Per proteggersi da eventuali controlli fiscali, è sempre consigliabile
conservare una documentazione dettagliata che giustifichi il trasferimento di denaro, soprattutto se gli importi sono elevati o i bonifici sono ricorrenti. Questa precauzione non solo fornisce una prova concreta in caso di indagine, ma può anche
prevenire l'applicazione di sanzioni.