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Assegno di Inclusione, buone notizie per chi si è visto respingere la domanda, sarà riesaminata d'ufficio: novità INPS

Assegno di Inclusione, buone notizie per chi si è visto respingere la domanda, sarà riesaminata d'ufficio: novità INPS
In questo articolo analizziamo le novità introdotte dall'INPS che mirano a correggere gli errori, a semplificare l'accesso all'Adi e garantire che le famiglie con carichi di cura ricevano il supporto necessario
Nel messaggio 17 febbraio 2025, n. 592 l’Istituto previdenziale ha fornito indicazioni sulle nuove modalità di gestione dell’Assegno d’inclusione (Adi). I cambiamenti sono stati introdotti per garantire un accesso più equo al beneficio e correggere eventuali errori che avevano ostacolato l'erogazione dell'Adi a chi ne aveva diritto.

Il diritto all’Assegno d’inclusione (Adi) – si rammenta – è riconosciuto dal Decreto lavoro 2023 sulla base di specifici requisiti, che devono essere posseduti dal nucleo familiare al momento della domanda.

Tale misura, in particolare, è rivolta alle famiglie che presentano, nel proprio nucleo familiare, almeno un componente che sia:
  • disabile;
  • minore;
  • avente un'età di almeno 60 anni;
  • in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.

Va, poi, sottolineato che l’Adi è una misura che favorisce la ricerca del lavoro. Infatti, per accedere a questo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di inclusione sociale e lavorativa.
Nell’ottica di garantire la correttezza nell’erogazione di tale misura di sostegno, all’INPS è riservata l’attività di monitoraggio: si tratta di effettuare mirati controlli sui nuclei familiari che percepiscono l’assegno di inclusione, con particolare attenzione a coloro che non hanno segnalato eventuali redditi derivanti da nuove attività lavorative o da partecipazione a percorsi di politica attiva per l'impiego.

Fra le modifiche introdotte dall'INPS con le nuove disposizioni, si colloca l'assegnazione automatica del coefficiente di scala di equivalenza di 0,40 ai membri maggiorenni del nucleo familiare che si occupano di carichi di cura, anche se questi non sono stati dichiarati esplicitamente nella domanda. Il "carico di cura" si riferisce all'assistenza continuativa che un membro della famiglia deve prestare a persone particolarmente vulnerabili, come bambini sotto i tre anni, persone con disabilità o famiglie numerose con almeno tre figli minori.

Esempio: Camilla, madre di tre figli, di cui uno minore di tre anni e con disabilità grave, aveva fatto richiesta per l'Assegno di Inclusione. Tuttavia, inizialmente il coefficiente di scala di equivalenza era stato calcolato in modo errato, senza tenere conto del suo carico di cura. Per effetto delle nuove modalità di gestione del sostegno, il suo caso è stato rivisitato d'ufficio e le è stato attribuito automaticamente il parametro di 0,40. Questo ha comportato un aumento dell'importo dell'Adi, assicurando alla sua famiglia un aiuto economico più adeguato. Gli arretrati saranno erogati a conguaglio, in un'unica soluzione.

Pertanto - come informa l’Inps nel messaggio citato - a partire da gennaio 2025, le domande già accolte e in corso di pagamento saranno soggette a ricalcolo degli importi spettanti sulle mensilità pregresse, integrando eventuali benefici economici non riconosciuti in precedenza. Inoltre, le domande respinte per mancata indicazione del carico di cura saranno riesaminate d'ufficio, con possibilità di accoglimento se i requisiti sono soddisfatti.
È stato, inoltre, aggiornato il modello di domanda dell'ADI, per facilitare la compilazione da parte dei richiedenti. Nella specie, è stata inclusa una lista delle strutture sanitarie che possono rilasciare attestazioni di condizione di svantaggio, rendendo più semplice per i richiedenti identificare la struttura corretta.
Infine, nei due nuovi campi a testo libero, inseriti nel modello di domanda, l’interessato può indicare dettagliatamente la Struttura che ha rilasciato la relativa attestazione. Le informazioni inserite in tale campo sono visualizzabili esclusivamente dagli operatori delle Strutture competenti per la relativa verifica.
Si ricorda, da ultimo, che gli operatori delle Strutture sanitarie possono richiedere l’abilitazione al servizio, ai soli fini della verifica della condizione di svantaggio e di inserimento nei programmi di cura e assistenza, utilizzando il modello “AP64”, denominato “Richiesta di abilitazione ai servizi telematici per le Aziende sanitarie”, da trasmettere, debitamente compilato, con l’indicazione della Struttura sanitaria di primo livello di riferimento, alla Struttura territorialmente competente dell’INPS, come indicato nel messaggio n. 623 del 10 febbraio 2024.

Queste modifiche mirano a semplificare l'accesso all'Adi e garantire che le famiglie con carichi di cura ricevano il supporto necessario.

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