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Agenzia delle Entrate, ecco quando puoi annullare una cartella esattoriale: cosa devi controllare per impugnarla subito

Fisco - -
Agenzia delle Entrate, ecco quando puoi annullare una cartella esattoriale: cosa devi controllare per impugnarla subito
I contribuenti possono conseguire l’annullamento delle intimazioni di pagamento, facendo valere un dettaglio spesso sottovalutato ma determinante, ossia l'irregolarità nella notifica della cartella esattoriale
Le cartelle esattoriali sono gli atti con cui lo Stato richiede il versamento di tributi o somme non ancora pagate, come ad esempio imposte e tasse (IRPEF, IVA, IMU, ecc.), contributi previdenziali oppure multe stradali. In essa il contribuente trova i dettagli su quanto va saldato, entro quanto tempo e come farlo. Ebbene, se è vero che tali atti possono costituire un'amara sorpresa per non pochi cittadini, è però altrettanto vero che non sono esenti da errori o difetti formali, che possono legittimare a non pagare.

Proprio così: una volta ricevute, le cartelle esattoriali possono essere impugnate senza indugio, per ottenerne l'annullamento, se in esse compare un errore o un'irregolarità nella notifica. D'altronde, la notifica è un passaggio fondamentale perché serve a garantire che il contribuente sia messo effettivamente a conoscenza della richiesta di pagamento. E, se questo passaggio non avviene secondo le regole previste dalla legge, la cartella esattoriale è viziata e la relativa notifica sarà giuridicamente inefficace.

Come indica la copiosa giurisprudenza di ambito tributario, i vizi di notifica che possono inficiare l'atto e/o invalidare la notifica sono svariati e includono, ad esempio:
  • l'invio della cartella a un indirizzo sbagliato o diverso dal domicilio fiscale;
  • la consegna a persona non autorizzata a riceverla;
  • il mancato rispettato dell'iter per l'"irreperibilità" (l'atto finisce in giacenza nella casa comunale senza che il cittadino riceva avviso);
  • l'assenza della relata di notifica;
  • notifica PEC non avvenuta in modo corretto.
Come accennato, la notifica è alla base della validità della richiesta di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e, conseguentemente, se la relativa procedura non è svolta in piena aderenza alla legge, insorgerà un vizio formale, con il contribuente che sarà legittimato a non pagare al Fisco il proprio debito.

In sintesi:
  • se la cartella esattoriale viene notificata con vizi formali, l’atto è impugnabile;
  • il contribuente può chiedere l’annullamento della cartella davanti alla Commissione Tributaria territorialmente competente, entro 60 giorni dalla data di notifica o dalla conoscenza dell’atto;
  • se il giudice tributario accerta il vizio e annulla la cartella, la riscossione non potrà proseguire sulla base di quell’atto.
La giurisprudenza è concorde nell'affermare che lo Stato non può pretendere un pagamento, pur dovuto, se prima non ha messo il contribuente a conoscenza - in modo corretto - dello stesso. Ecco perché, dopo la notifica, quest'ultimo farà bene a controllare, magari con l'aiuto di un professionista, se questa è avvenuta in modo conforme alla legge, senza errori procedurali.

Attenzione, però: l'esistenza del debito sottostante (es. un’imposta non pagata) non è automaticamente cancellata. Potrebbe comunque essere richiesto il pagamento attraverso una nuova cartella, notificata correttamente. Il vizio nella notifica, infatti, blocca la procedura a cui si riferisce, ma non cancella il debito.

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