Il progetto dell’Agenzia delle Entrate di rafforzare l’uso delle lettere di compliance, con una pianificazione di 7,5 milioni di invii in tre anni, si inserisce in un processo già avviato da tempo dalle istituzioni fiscali italiane. Come riportato nel documento programmatico firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’obiettivo dell’ampliamento di tale strumento è quello di favorire l’individuazione di basi imponibili ai fini dell’Iva e delle imposte dirette. Per garantire l’efficacia delle segnalazioni, il piano prevede anche l’impiego di strumenti avanzati di analisi dei dati, in modo da valutare l’impatto delle comunicazioni e migliorare l’intero sistema di prevenzione e adempimento spontaneo.
Sebbene i numeri ufficiali del 2024 non siano ancora disponibili, i dati relativi all’anno precedente evidenziano il ruolo strategico di questa misura: nel 2023, i recuperi derivanti dalla compliance hanno raggiunto i 4,2 miliardi di euro, coprendo il 13,4% delle somme recuperate dall’evasione. La tendenza è stata in costante crescita nel corso degli anni: se nel 2018 le lettere inviate erano 1,9 milioni, nel 2024 sono aumentate fino a 3,2 milioni.
È bene precisare però che, nell’ottica del “Fisco amico”, la ricezione di un avviso di compliance non equivale a una contestazione formale, ma rappresenta un semplice invito rivolto al contribuente affinché esamini nuovamente i dati dichiarati e i versamenti effettuati. Inoltre, il soggetto interessato ha la possibilità di regolarizzare spontaneamente eventuali discrepanze, evitando così sanzioni più onerose.
Nel piano di contrasto all’evasione fiscale per il periodo 2025-2027, l’invio delle lettere di compliance assume un ruolo centrale tra gli strumenti adottati. Parallelamente, l’Agenzia delle Entrate attribuirà grande rilievo anche alla tempestività delle risposte agli interpelli, con l’obiettivo di fornire chiarimenti entro 80 giorni dalla presentazione della richiesta e all’efficienza nell’esame delle domande di adesione al regime di cooperative compliance.
Un altro aspetto su cui si concentrerà l’azione dell’amministrazione fiscale è il monitoraggio delle comunicazioni relative alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Entro il 2027 si punta, infatti, a raggiungere un livello del 90% per quanto riguarda la verifica preventiva e l’analisi di tali operazioni.
L’analisi dei dati relativi alle comunicazioni inviate negli ultimi anni consente di individuare le aree più critiche in cui si concentrano le anomalie. Tra gli errori e le omissioni più comuni, le violazioni legate all’Iva e le dichiarazioni incomplete o mancanti dei redditi costituiscono l’87% degli avvisi trasmessi ai contribuenti.
Per quanto riguarda l’Iva, l’incrocio - in tempo reale - tra le informazioni ricavate dalle fatture elettroniche e dagli scontrini telematici con i dati delle liquidazioni periodiche consente di identificare tempestivamente eventuali discrepanze. Questo sistema permette alle imprese e ai professionisti di correggere rapidamente eventuali inesattezze, evitando sanzioni successive.
Infine, si sta affermando una nuova tipologia di comunicazione relativa alle agevolazioni edilizie, in particolare al Superbonus. Sebbene meno diffusa rispetto alle altre categorie di irregolarità, questa problematica riguarda numerosi contribuenti che hanno beneficiato dell’incentivo senza provvedere agli adempimenti catastali richiesti.