Per “smart working agevolato” si intende il lavoro da remoto previsto per particolari categorie di lavoratori, come i cosiddetti fragili e i lavoratori con figli al di sotto dei 14 anni.
A tali categorie di dipendenti è concesso di lavorare appunto da remoto, e il datore di lavoro è obbligato a concedere tale possibilità.
Infatti, al momento, possono usufruirne solo i dipendenti privati e non i dipendenti pubblici.
Inoltre, si può ricorrere al lavoro da remoto solo se l’altro genitore è senza lavoro e non riceve il reddito di cittadinanza, l’assegno di disoccupazione o altre misure di sostegno al reddito.
Va aggiunto poi che, per accedere allo smart working agevolato, il lavoro svolto deve essere con esso compatibile.
In sostanza, si tornerà alla normativa precedente, secondo cui il datore di lavoro non aveva l'obbligo di acconsentire al lavoro da remoto del dipendente.
In ogni caso, l’azienda dovrà dare la priorità alle richieste dei lavoratori che hanno figli con meno di 12 anni, oppure figli con disabilità o che svolgono attività di "caregiver", nonché ai lavoratori che hanno essi stessi delle disabilità.
Sembra quindi che i fragili potranno continuare a usufruire del lavoro da remoto senza necessità dell'accordo con il datore di lavoro.