(massima n. 1)
È dichiarata cessata la materia del contendere relativamente alle questioni di legittimità costituzionale - promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri in riferimento agli artt. 3, 5, 51, 117, commi secondo, lett. e), p) ed s), e terzo, e 118, secondo comma, Cost. nonché agli artt. 14, 15 e 17 dello statuto della Regione siciliana, in relazione all'art. 1, commi 7, 8, 9, 19, 20, 24, 25, 51 e seguenti (in particolare, 55, 63 e 84) della legge n. 56 del 2014, all'art. 3-bis del D.L. n. 138 del 2011, come convertito dalla legge n. 148 del 2011, ed agli artt. 142, 147 e 200 del D.Lgs. n. 152 del 2006 - degli artt. 4, 5, 6, 8, 9, 10, 12, 13, 15, 16, 17, 20, 27 (comma 1, n. 3, lett. e) e 33 (comma 1, n. 2, lett. a), della legge della Regione siciliana 4 agosto 2015, n. 15, disciplinanti il funzionamento e l'articolazione organica dei liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane. Le sopravvenute leggi reg. Sicilia n. 28 del 2015, n. 5 del 2016, n. 8 del 2016, n. 15 del 2016 e n. 23 del 2016 - e segnatamente la seconda - hanno novellato profondamente la legge regionale n. 15 del 2015, apportando modifiche e abrogazioni satisfattive delle ragioni di censura formulate dal ricorrente. La mancata applicazione medio tempore delle disposizioni impugnate si desume dal fatto che il lasso temporale (7 agosto 2015 - 8 aprile 2016) intercorso tra le date di entrata in vigore della legge reg. Sicilia n. 15 del 2015 e della legge regionale n. 5 del 2016 è sufficientemente contenuto e tale da escludere che l'articolata architettura istituzionale disegnata dalla prima possa avere avuto attuazione (tanto più dovendo quest'ultima coinvolgere complessivamente gli enti e gli organi implicati, con modificazione di statuti e apposite discipline nonché svolgimento di elezioni). Dirimente in tal senso è che le elezioni del Presidente e del Consiglio del libero consorzio comunale e quella del Consiglio metropolitano siano state fissate dalla successiva legge regionale n. 23 del 2016 "in una domenica compresa tra il 1° dicembre 2016 ed il 26 febbraio 2017", e ciò proprio come "prima applicazione" della legge regionale impugnata.