(massima n. 1)
Il proprietario del terreno temporaneamente occupato a fini di ricerca archeologica, senza l'emissione del relativo decreto, non può invocare l'integrale reintegrazione del pregiudizio subito, poiché, in ragione del superiore interesse della cultura, quale valore cui tende l'ordinamento costituzionale, la proprietà su cui insistano beni di interesse storico-artistico nasce conformata, giustificandosi, per ciò solo, limitazioni al diritto dominicale, sicché tale occupazione non configura un fatto illecito della P.A., atteso che il carattere demaniale dei beni d'interesse archeologico rinvenuti comporta che la presenza sul luogo del personale della sopraintendenza, lungi dal delineare un'indebita ingerenza "in alienum", è esercizio della facoltà inerente al diritto dominicale, anche pubblico.