(massima n. 1)
Il delitto di bigamia consiste nel contrarre, in costanza di matrimonio produttivo di effetti giuridici, un altro matrimonio avente anche esso effetti civili. Il reato può essere escluso soltanto dalla giuridica inesistenza o del matrimonio precedente o di quello successivo. Non è giuridicamente inesistente il matrimonio contratto sotto false generalità, onde risponde del reato di bigamia chi, legato da precedente matrimonio, ne contragga un secondo attribuendosi false generalità. Gli effetti civili del matrimonio concordatario si producono ipso iure, con efficacia dalla data di celebrazione del matrimonio dinanzi al ministro del culto cattolico, appena avvenuta la trascrizione dell'atto nei registri dello stato civile del comune in cui il matrimonio è stato contratto (artt. 5, 8, 9 L. 27 maggio 1929, n. 847). È solo con questa trascrizione che si opera il trapasso del matrimonio religioso dalla sfera del diritto canonico, che ne regola la formazione, a quella del diritto civile, che ne regola gli effetti. Le ulteriori trascrizioni nei registri dello stato civile dei comuni di residenza degli sposi, allorché il matrimonio sia stato celebrato in un comune diverso (art. 131 ordinamento stato civile), non hanno influenza sull'efficacia del vincolo per gli effetti civili, avendo esse soltanto natura dichiarativa e ricognitiva perché attengono esclusivamente all'accertamento dello status dei nati in ogni comune e di coloro che ivi risiedono.