Articolo 473 bis 25 Codice di procedura civile

Con questa norma il legislatore ha voluto attribuire un importante rilievo all’ausilio che un professionista esterno, esperto in altri settori, può fornire al giudice onde questi possa adottare i provvedimenti più opportuni nell’ambito della fase istruttoria del nuovo procedimento in materia di persone, famiglia e minorenni.

Nel disporre la consulenza tecnica d’ufficio, il giudice deve innanzi tutto scegliere il consulente che sia dotato di specifica competenza in relazione ai compiti da affidargli, precisando l’oggetto ed i limiti dell’incarico che gli conferisce.
Precisa l’ultimo comma della norma che la relazione del consulente dovrà tenere debitamente distinte le circostanze (i fatti osservati direttamente, le dichiarazioni rese dalle parti e dai terzi) dalle opinioni (le valutazioni da lui formulate), avendo comunque obbligo di indicare le metodologie e i protocolli seguiti ed, eventualmente, di proporre interventi a sostegno del nucleo familiare e del minore.
Infine, in considerazione della delicatezza del compito affidatogli, la medesima norma dispone che quando le indagini coinvolgono direttamente il minore, il consulente dovrà svolgerle in orari compatibili con gli impegni scolastici, e con durata e modalità che garantiscono la serenità del minore e che siano adeguate alla sua età.

L’art. 152 sexies delle disp. att. c.p.c. si occupa di regolamentare le tempistiche delle operazioni peritali e sancisce l’obbligo per il consulente di depositare tutti i documenti utilizzati, comprese le registrazioni audio visive relative al minore.