Nel IV secolo d.C., il Cristianesimo, inizialmente vietato, divenne religione di Stato dell'Impero Romano, e furono emanate norme contro gli adepti di altri culti. Ebrei, pagani, Cristiani dissidenti (eretici) ed ex-Cristiani (apostati) furono accusati di sacrilegium, e puniti con pene corporali e pecuniarie, con la perdita dei diritti politici, la confisca dei beni, l'esilio e perfino la morte. Oggi, l'art. 8 della costituzione segna il superamento del concetto di religione di Stato, stabilendo che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.