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Agenzia delle Entrate, bloccati i rimborsi nel 730 dopo un controllo fiscale: ecco quando è possibile e cosa puoi fare

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Agenzia delle Entrate, bloccati i rimborsi nel 730 dopo un controllo fiscale: ecco quando è possibile e cosa puoi fare
Scopri come funzionano i rimborsi fiscali, i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate e cosa succede se hai debiti fiscali pendenti. Tutto quello che devi sapere per evitare sorprese con il Fisco
Nel suo sito web ufficiale, l'Agenzia delle Entrate ricorda che, se il contribuente ha versato le imposte in misura maggiore rispetto a quanto dovuto, ha diritto di ricevere un rimborso fiscale, secondo specifiche modalità. Si tratta dei casi in cui, dalla dichiarazione dei redditi - tramite modello 730 o modello Redditi - emerga un credito a favore del contribuente, ad esempio per effetto di detrazioni o deduzioni spettanti. Vi rientrano anche le situazioni in cui il datore di lavoro ha trattenuto un importo di IRPEF superiore al dovuto in busta paga, oppure i casi di pagamenti doppi o errati, così come quelli derivanti da sentenze o ricorsi favorevoli, in ipotesi di esito positivo di una controversia con l'Agenzia delle Entrate.

Ma attenzione perché, in queste circostanze, il versamento della somma che costituisce credito nei confronti del Fisco non è - in linea generale - automatico: l'Amministrazione finanziaria ha, infatti, il compito di svolgere controlli preventivi, ossia verifiche mirate ad accertare che i dati indicati nella dichiarazione dei redditi siano corretti e coerenti. L'intuibile obiettivo è quello di evitare rimborsi fiscali non dovuti e rimediare a errori che derivano da dati anomali o incoerenti come, ad esempio, spese detraibili molto alte rispetto al reddito dichiarato, o dalla mancanza di una documentazione giustificativa del credito d'imposta.

In sintesi, i controlli preventivi sulla dichiarazione del contribuente sono disposti discrezionalmente e sempre sulla scorta di accurate analisi dell'affidabilità del contribuente e del rischio fiscale. In base all'art. 5, comma 3-bis del D.Lgs. 175/2014 le verifiche sono previste altresì quando il rimborso supera i 4mila euro.

A seguito dei controlli scatterà il congelamento del rimborso, che non sarà versato direttamente e nei tempi ordinari dal datore di lavoro o dall'Inps, ma soltanto in un secondo tempo, ad opera dell'Amministrazione finanziaria e alla fine delle procedure da essa compiute. In ogni caso varrà il limite fissato dal legislatore nel citato D.Lgs. 175/2014, pari al sesto mese successivo alla scadenza prevista per l'invio della dichiarazione dei redditi. Qualora, però, dai controlli emergano errori o anomalie, il contribuente potrà ricevere una comunicazione di irregolarità o, nei casi peggiori, una sanzione.

Non solo. I controlli preventivi possono essere giustificati anche dalla necessità di garantire la compensazione di eventuali debiti fiscali pregressi del contribuente con il credito emergente dalla dichiarazione. In particolare il Fisco, prima di versare un rimborso fiscale, deve accertare se il contribuente destinatario abbia eventuali debiti pendenti iscritti a ruolo e non ancora saldati, pur dopo la notifica di cartelle di pagamento. A integrare la normativa vigente - in particolare, il D.P.R. 602/1973 e il cit. D.Lgs. 175/2014 - una rilevante novità introdotta dal Decreto Riscossione (D.Lgs. 110/2024), valevole per tutti i rimborsi fiscali relativi al periodo d'imposta 2024, attiene alla soglia superata la quale si attiva la verifica delle Entrate. Ebbene, se il rimborso d'imposta oltrepassa i 500 euro - comprensivo di possibili interessi maturati a favore del contribuente - il Fisco dovrà effettuare i controlli preventivi focalizzandosi sulla possibile violazione dell'obbligo, da parte del beneficiario, di saldare quanto indicato nella o nelle cartelle di pagamento.

Qualora dalla verifica emergano debiti iscritti a ruolo e tuttora pendenti, il legislatore applica la seguente procedura:
  • l'Amministrazione finanziaria notifica al contribuente una proposta di compensazione, suggerendogli - quindi - di sfruttare il credito d'imposta collegato al rimborso fiscale per saldare, integralmente o almeno in parte, il debito iscritto a ruolo;
  • entro sessanta giorni dalla data di notifica della proposta, il contribuente potrà accettarla o rifiutarla;
  • se si esprimerà in senso negativo sulla proposta di compensazione, il credito d'imposta del contribuente - pur potenzialmente rimborsabile - sarà "congelato" e messo a disposizione dell'Agente della Riscossione - AdeR per l'avvio, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a tale blocco, dell'azione esecutiva mirata a recuperare l'importo del debito pendente.
In sintesi, la legge consente al contribuente di scegliere se compensare volontariamente il proprio debito fiscale con il rimborso spettante. Tuttavia, in caso di rifiuto, il credito resta bloccato e potrà essere aggredito dall'ente incaricato di riscuotere le tasse per conto dello Stato.

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